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febbraio - 4 marzo 2009
Connie Solari
Nel
colore, nell'infinito
[paesaggi]
Artista
tenacemente inattuale, Connie Solari intrattiene un
costante colloquio con la tradizione, una riflessione
sulla figurazione moderna che la porta a concentrarsi
sui sottili rapporti che vengono a instaurarsi fra
percezione, emozione e comunicazione. Questa lunga
pratica meditativa e creativa l'ha indotta a
dedicarsi principalmente al paesaggio, con rare
digressioni verso la figura umana, e a soffermarsi su
quegli aspetti della natura che producono emozioni
nel momento in cui vengono percepiti dai sensi.
Osservando le opere di C. Solari si ha in effetti
l'idea che il lavoro dell'artista consista
essenzialmente nel dare materia a tali emozioni,
traducendole in colori che l'occhio di chi guarda
traduce a sua volta in forme naturali. Da questa
doppia traduzione, dell'artista e dello spettatore,
scaturiscono nuove suggestioni.
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C.Solari,
Marina
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All'apparenza si tratta di un
atteggiamento impressionista che accoglie i modi di
fare arte di tanti pittori di fine Ottocento. In
realtà, se si guarda con più attenzione, nei lavori
di Connie Solari l'impressione non riesce mai ad
imporsi totalmente sul soggetto, sull'artista, ma
subisce sempre una qualche costrizione, una
deformazione, talvolta una violenza cromatica. E'
stato detto che nell'impressionismo i fenomeni si
impongono sul soggetto, mentre nell'espressionismo è
il soggetto che pretende di imporsi sui fenomeni.
Ecco, l'opera di C. Solari è un continuo dialogare
fra impressione ed espressione: fra percepire e
interpretare, sentire e deformare, arrendersi
all'emozione del plein air e trasmetterne
vibrazioni, variazioni e brividi. Una tensione che è
tutta novecentesca, con tratti di postmoderno nella
sottile contaminazione degli stili. Tutto questo si
realizza attraverso un uso del colore che è nello
stesso tempo semantico e suggestivo, in quanto sa
comunicare, nella stesura, negli accostamenti, nella
sua grumosa o fine materialità, un'idea della
natura, un'idea dell'arte, infine una suggestione che
si imprime e perdura anche dopo aver distolto gli
occhi dalla tela.
C.Solari,
Atmosfera in viola
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Connie
Solari nata a Ostuni (BR) nel 1947, ma fiorentina di
adozione, si è dedicata alla pittura e alla grafica
dal 1963. Diplomatasi all'Accademia di Belle Arti di
Firenze, ha insegnato all'Istituto d'Arte di Firenze
e all'Istituto d'Arte di Arezzo. Ha partecipato a
importanti collettive a carattere nazionale; sue
opere si trovano in collezioni pubbliche e private
sia in Italia che all'estero.
[Paolo Pettinari]
Antologia
critica
Le
energie che sprizzano da queste tele sono tante e
tangibili, la natura è esaltata dai cromatismi
personalissimi, le pennellate van da sé come se la
mano fosse il terminale che obbedisce ad un
subconscio e ha fretta di esprimersi; gli alberi, le
rocce, i fiori, il mare, i cieli cambian colore da
un'opera all'altra, la natura parla attraverso il
pennello ed urla che anch'essa ha un'anima da
rivelare.
[Alberto
Fremura]
Connie
Solari è la grammatica del sentimento, ne conosce la
punteggiatura, preposizioni, tempi e modi; riesce a
coniugare il suo presente alle tinte di un passato
che mentre indietreggia sulla tela fino a perdersi
sullo sfondo è già diventato condizionale. Ci sono
in effetti tracce di un'evoluzione che non ha niente
di concettuale e che al contrario individua una
straordinaria enfasi di estemporanea conquista del
valore di una promessa. [...] Dalla linea spesso
definita che taglia orizzontalmente la tela cercando
un confine in ambedue i sensi, Connie avanza quasi
retrocedesse. Man mano che la pittata di colore si fa
più densa ella si accorge di aver ingrandito
l'obiettivo e di aver ritagliato un segmento di pura
emozione.
[Sandra
Salvato]
Penso
al suo paesaggio come ad una scrittura che si sia
strofinata amorevolmente con la pittura, penso che
l'empito della sua pennellata è in una restituzione
della natura non pedissequa, nel senso che l'artista
evita di darcene i punti, le virgole come altrettanti
gambi, foglie, fiori cui concede, sulla tela, che
diventino una sorta di chiacchiericcio cromatico, un
rossore.
[Vito
Ventrella]