Maria Grazia
Cabras: "Forse si fa strada..."
SE
poeticamente abita luomo
Dove i dove
della Poesia?
Forse
si fa strada nelle cantine
delle case dove la polvere
brilla di luce propria, si aggira tra scarpe
logore e angoli
abitati da creature magnifiche terribili e
qualche ragno
che tesse a ricordarci chi siamo
la Poesia crea (a) fatica, esce dal grembo,
il primo respiro
il vagito poi il nulla, il
suo guado
vaga nei sotterranei delle metropolitane
agitando
parole suoni e silenzi per
le orecchie dei giusti
(quelle che vogliono udire)
nei boschi notturni tra intrichi di radici e
richiami di animali
a indicare destini e rotte
nellalta nella bassa marea quando
lacqua del mare si ritira
abbandonando tesori per occhi e sensi fecondi
nella soffitta della casa tra vecchie cose
che ancora
risplendono sotto i raggi del sole, ma la
molta luce
non svela: troppo nette le immagini troppo
chiare
appiattite come su uno specchio
La Poesia
non si accòmoda non si accasa non si abitua
alla indolenza
di parole conformi, parole sullattenti
con sponde sicure
ad arginare deliri e naufragi
la Poesia dissotterra
fòsse evoca fantasmi
in-sanguina ombre
non si culla fra le braccia delle Muse
è compagna a Dioniso dalle molte Forme,
priva di giogo
tracima incendia, agendo vita agisce
indomabile
dispera capovolge rovescia rammemora palpita
crepita
nelle vene
è sorella al canto dei capri
è grido voce che interroga resiste
semina (s)fugge
nei luoghi dove è passata, permane almeno un
segno
una febbre
[Maria Grazia Cabras]
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