Paolo
Carnevali: "La poesia fa..."
La poesia fa
riflettere sulla vita mettendoci in guardia e
la si scrive dopo tanta lettura (almeno
dovrebbe essere così). Un bisogno di cui
s'ignora l'esistenza, ma che riflette sulla
sensazione profonda che il mondo non basta è
la meraviglia di scrivere qualcosa che tutte
le letture hanno avuto in me. Regala
immagini: enormi bolle di sapone che si
rompono e lasciano vagare parole, pensieri,
stati d'animo. E' un vero mistero il
desiderio di mettere insieme parole che
cercano risposte, passioni irrisolte, il
restare osservatori infantili e sensibili
verso la vita. Insomma, scava dentro.
Molte volte penso che
la poesia non serve a nulla, ma questo
linguaggio carico di significati e
riflessioni lente, oggi riuscirà a cambiare
il suo vestito? Questa società è dominata
dall'uso tecnologico, la esclude, riducendola
ad una sorta di writing-cure, come dicono gli
inglesi. Oggi la poesia sembra cambiare
vestito nella canzone di autore, (Bob Dylan
Nobel), nelle mail, gli sms, i link. La
comunicazione si fa veloce, cancella i tempi
lenti, quegli spazi che esigono lunghi
silenzi di riflessione.
E nonostante tutto
questo, l'uomo potrà fare a meno della
poesia che è immaginazione, porta di un
mondo fantastico e irrazionale? La teoria
dell'immaginazione di cui parlava G.Leopardi.
Aggiungo che la poesia è un'arte che spesso
libera dal dolore esistenziale, è la voce
dell'individualità in un mondo dominato
dalla comunicazione di massa, un angolo di
regalo alla riflessione, al dubbio, ecc.
Spesso oggi questo si perde in spazi
effimeri, ad un graduale declino del suo
ruolo. Tuttavia continuare a testimoniare la
condizione esistenziale umana, rimane un
invito alla speranza.
Credo che l'evento
che ha segnato un passaggio importante nei
rapporti simbolici tra poesia e musica rock
è stato il Nobel del 2016 a Bob Dylan. E'
interessante riflettere sull'aspetto
sociologico del riconoscimento: infatti, i
vincitori appartenevano spesso a nicchie
culturali o mediamente conosciuti. I testi
dei cantautori sembrano sostituire il vuoto
del sistema letterario soprattutto nei
giovani. Anche la rete ha modificato il
panorama: molti siti letterari e la nascita
di network e la discussione letteraria a
volte sembra approssimativa, rozza, dettata
dalla logica dell'individualismo, il
narcisismo. La poesia del resto è la più
egocentrica delle arti. La logica
narcisistica delle nostre vite, fanno della
poesia un'arte molto praticata e certamente
poco letta. Come se ognuno volesse
riconoscere solo la propria.
Se penso alla poesia
del Carducci come San Martino che a scuola ci
facevano imparare a memoria, avverto
l'esercizio per la memoria e basta e ancora
una volta il richiamo va al Leopardi che
scompone le regole che completano i poeti del
'900. La poesia contemporanea non misura il
verso che diventa libro, sembra diventata una
cosa strettamente personale, e questo lo
aveva intuito anche il Baudelaire. Oggi, a
parte i poeti di mestiere, i così detti
poeti laureati che lavorano in università,
la poesia sembra restare nei cassetti. Questo
linguaggio per esprimerci e comunicare
diversamente dal parlato di tutti i giorni. I
poeti hanno destini silenziosi e sono poco
accettati fino ad una loro possibile fama,
hanno un ruolo debole nella società di massa
e il loro destino è di portare in se
l'incomprensione del mondo.
[Paolo Carnevali]
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