Annalisa
Coppolaro: "Chi è il poeta?"
Credo
che la più bella metafora del poeta ce
l'abbia regalata Baudelaire. Il poeta è come
un albatro, che quando vola nel blu, libero
con le sue parole, raggiunge la perfezione,
poi, quando è costretto a tornare a terra,
è goffo e i marinai si prendono gioco di lui
perché le sue ali gli impediscono di
camminare.
Eppure... Eppure anche
secondo il poeta simbolista c'è speranza: la
poesia esiste ancora, se sappiamo trovarla
intorno a noi.
Non so se qualcun altro sia
mai riuscito a regalarci un'immagine migliore
di quella dell'albatro per rappresentare chi
cerca di portare un po' di poesia nel mondo,
scontrandosi con il freddo realismo di
giornate dove domina il dovere, il lavoro, la
più prosaica vita quotidiana dove ci
perdiamo sui social network pur cercando -
anche lì - di diffondere uno sguardo che
possa elevarsi al di sopra della
quotidianità.
Ma io, da grande ottimista,
io credo nella poesia del quotidiano, e credo
che la capacità di trovare e raccontare la
bellezza in un treno affollato o in un
frammento del nostro tempo trascorso a
lavorare e a combattere contro i problemi
quotidiani sia oggi forse la nuova funzione
del poeta.
Adeguarsi e cercare di
vivere nella realtà di oggi - trovando
ragioni per creare poesia - è la grande
sfida del poeta, insomma, anche nell'epoca di
Whatsapp e Instagram.
Alcuni esempi?
Anni fa, quando vivevo a
Londra, qualcuno ha pensato a "Poetry on
the Tube", poesie scritte nei muri delle
stazioni del metrò e nelle pareti dei treni
che si insinuano a centinaia ogni giorno
nelle viscere della metropoli. E la gente si
fermava a leggere, e qualcuno anche a
scrivere lasciando le sue parole per tanti
lettori potenziali in viaggio nei tunnel di
Londra. Un grande successo poi raccolto in un
libro che ha venduto migliaia di copie.
Nel 2013 è nata una Notte
della Poesia a Siena. "Ma chi ci
andrà mai?" si chiesero gli
organizzatori. Una sera alla nostra
Università per Stranieri dove, in tante
lingue del mondo, i giovani poeti, gli
studenti, i lettori, possano alzarsi in piedi
e leggere un brano di poesia o il testo di
una canzone. Scritta da loro, trovata su un
libro, su internet. La prima Notte
ebbe un buon numero di partecipanti, e oggi
è divenuto un appuntamento regolare che
cresce ogni anno, grazie all'entusiasmo del
suo fondatore Maurizio Spagnesi, poeta a sua
volta, proprio a Siena. Del resto, siamo
nella città di Mario Luzi.
Cosa vuol dire questo?
Forse che quello che conoscevamo della poesia
sta cambiando. L'amore, i sentimenti, le
inquietudini, i grandi temi della nostra vita
ci sono sempre, certo, nella poesia di oggi.
Accanto a questi temi universali, altri
nuovi, altre scoperte, altre ricerche, la
poesia del traffico di una metropoli
affollata, di un pellicano che nel cuore di
Londra si poggia nell'isola di St James's
Park, o di un barbone che rifiuta il sistema
e dorme su una panchina osservando la vita
come in un film, o del migrante che per la
prima volta giunge in un nuovo paese e sa
trovare la bellezza anche dove noi ormai non
la vediamo più.
Questo, tutto questo, è
oggi, secondo me, poesia. E non è un caso
che rinascano i concorsi di scrittura, la
poesia estemporanea, il sonetto, la bellezza
di leggere e raccontare poesia nei luoghi
più inaspettati. E la poesia diviene anche
musica come nel rap, oggi forse la più amata
forma di scrittura in rima che i ragazzi
seguano con interesse.
Ma, se vogliamo uscire da
noi stessi e provare a scrivere e pubblicare,
oggi chi si interessa di pubblicare poesia?
Se da un lato si fa a volte fatica a trovare
un editore disposto ad investire su una
raccolta poetica, nascono anche nuove collane
in editori forse meno grandi, ma attenti ai
nuovi fenomeni artistici. E poi la magia del
self-publishing rende vero anche il sogno del
poeta che si fa strada in qualche modo negli
scaffali delle librerie con raccolte
improbabili che anni fa non sarebbero state
mai acquistate.
Il ruolo del poeta oggi?
Beppe Salvia - ritenuto uno dei maggiori
poeti del Novecento - e Remo Pagnanelli sono
entrambi morti suicidi negli anni Ottanta,
due voci che si sono spente volontariamente,
forse vittime di una indifferenza da parte
della nostra società di quel periodo. Lo
stesso scelse di fare Sylvia Plath, una delle
più grandi voci poetiche in inglese. Ma oggi
il Nobel va a Bob Dylan e lui si rifiuta di
andare a ritirarlo, dando adito a mille
speculazioni, sia sulla scelta di un
poeta-cantante per il Nobel della
Letteratura, sia sul comportamento dello
stesso Dylan, da qualcuno osannato, da
qualcuno criticato. Ecco, forse questa figura
controversa di cantautore è in parte il
simbolo della poesia di oggi. Un nome
altisonante che vince il premio più ambito,
che scrive poesie in musica ma che in
definitiva ha cose migliori da fare che
andare a ritirare 840 mila euro in cambio di
un discorso alla premiazione in Svezia.
"La risposta è caduta nel vento"
come ha tradotto Mogol "Blowin' in the
Wind" (Mogol per molti è un poeta dei
nostri giorni, e altri saranno contrari a
questa definizione).
Il posto del poeta nella
vita di oggi insomma esiste, senza dover per
forza sottostare a compromessi. Il poeta è
un bambino, o un cantautore, o uno studente
di terza media o un viaggiatore nel metrò. O
un utente di Facebook che un mattino si alza
e segue un sogno o un'ispirazione e scrive
uno stato che batte ogni possibile verso di
Montale o Rebora.
La poesia insomma
"c'è". Sta a noi saperla trovare.
[Annalisa Coppolaro]
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