Gabriella
Fiori: "Giorni che medito..."
La poesia per me: un
universo parallelo
Giorni
che medito che cosa è per me la poesia. Da
ieri so che a Feltre esiste il Museo dei
Sogni, della Memoria e della Conoscenza e mi
faccio aiutare.
Da che ho memoria, versi
fluttuano in me, intorno a me nella casa:
come piume, come farfalle, lievissimi.
I primi a posarsi, per
formare una scena di pace luminosa, li recita
il mio fratellino Cesare bello biondo in
piedi sullo scalino del termosifone in sala
da pranzo. "Un gattino accanto al fuoco
si addormenta a poco a poco./ Nella culla
dirimpetto dorme placido un bimbetto./ Fa la
nonna un pisolino mentre veglia il nipotino./
Nel silenzio, allombre fide, passa un
angelo e sorride." Adorabile Lina
Schwarz, maestra la cui memoria è venerata
in un paesino del Varesotto; studiosa di
Rosmini e di Rudolf Steiner, spero che le sue
poesie riempiano ancor oggi le antologie
preziose delle Elementari.
Poi viene il mio esame fra
seconda elementare (Suore Domenicane di via
Manzoni) e terza (Regina Elena in via
Masaccio). Recito con passione La notte
santa di Guido Gozzano. Vago con Maria e
Giuseppe per Betlemme in cerca di un rifugio
e sento nei cieli sussurrare il Bambino. Allo
scoccare della "mezzanotte santa"
sono colma di lacrime e di luce. Fui chiamata
"uccellino sapiente".
Avrei ritrovato la Storia
Sacra in Manzoni. "Era lalba e
molli in viso/ Maddalena e laltre donne
fean lamento sullucciso
". Il
mio universo cominciava a formarsi, e io,
innamorata della parola, scritta e letta,
italiana e daltre lingue, che mia madre
con amorevole naturalezza mi andava
insegnando: francese, inglese
, non lo
sapeva.
Nel mio universo cè
tutto: i continenti coi loro fiumi;
lAmerica di Walt Whitman
(limmenso "materno
Mississipi"), i boschi e campi di Robert
Frost, il giardino di Emily Dickinson,
l Europa con le sue città: la Parigi
di Baudelaire "triste e nera", la
Chartres lumeggiante in fondo alla piana di
Charles Péguy, la pulsante Milano di
Clemente Rebora. In Italia, dai boschi di
Virgilio dove leroe cammina "per
amica silentia lunae" si passa a città
più piccole come "le città del
silenzio" di DAnnunzio (a Lucca
riposa Ilaria Del Carretto, la stupenda) fino
al "Borgo" di Leopardi dove tocchi
il cielo delle stagioni ("il giorno che
ormai cede alla sera"). Cè la
Firenze di Dante col suo "bel San
Giovanni", che ho ritrovato nella poesia
di Liliana Ugolini (piazze, angoli, vicoli).
Ci sono persone amate: la zia Vera di
Mariella Bettarini, che porto nel cuore per
le ingiustizie subìte, cè la bambina
di Lamartine, che per sua madre era
"come una mano". Cè Jeanne,
la nipotina di Victor Hugo, che chiede al
complice nonno "la lune immense".
Cieli, astri, orizzonti,
fronzuti giardini ("bimbi tra le
foglie" nei Quattro Quartetti
di T. S. Eliot). Fra le valli sento
rintoccare la "Campana di
Lombardia" di Clemente Rebora.
E con Ungaretti
"millumino dimmenso".
[Gabriella Fiori]
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