Titti
Follieri: "Non credo che la..."
Non credo che la
poesia debba avere una funzione, una utilità
sociale. Mi risuona la vecchia querelle
di Théophile Gautier di fine Ottocento
dellArte per lArte.
La poesia non può essere
ridotta a merce, né essere asservita ad
altri fini. Risponde solo alla sua libertà
di esistere, come la bellezza effimera di una
rosa. ("Une rose cest une rose!
cest une rose! cest une
rose!" Gertrude Stein).
Ricordando le parole di
R.M. Rilke dedicate ad un giovane poeta, la
poesia deve nascere da una necessità
interiore e prenderà la forma singolare del
talento dellindividuo che la esprime. E
più singolare sarà, più profondamente
toccherà le corde dellessere umano,
più riuscirà a trascendere, dopo aver
viaggiato nelle profondità della coscienza,
trovando unessenza, un suono, una voce,
un canale per emergere, più molti si
riconosceranno nello specchio di chi ha
trovato le parole per dire.
Le forme che prende la
poesia sono innumerevoli e le classificazioni
dei canoni le lascio ai pareri dei critici,
influenzati dalle varie scuole di pensiero.
Marina Cvetaeva sosteneva
che "Il poeta non deve avere volto, è
la voce il suo vero volto". Trovare la
propria voce è un compito arduo, un cammino
che dura tutta la vita.
Il lavoro del poeta è una
ricerca fondata sullascolto, sul
disfarsi del rumore del mondo per indicare
lAltrove, ma anche il Qui ed Ora della
rivelazione di un attimo. Dare voce alla
consapevolezza raggiunta; a volte semplice
testimonianza del dono dellesistere,
del mistero del nostro breve passaggio sulla
terra, della nostra illusione di aver
compreso il senso della nostra incarnazione.
La forma delle parole
arriva dopo nel silenzio. E lì cè il
travaglio, il corpo a corpo con la lingua per
avvicinarsi ad unespressione aderente a
ciò che si è percepito, sentito, visto,
intuito. Con le parole di Mario Luzi:
"Una simultanea illuminazione, potremmo
dire, delle cose e delle parole presiede
allatto, che poi diverrà consapevole
di fare poesia".
Il poeta si riconosce dalla
sua capacità di toccare lanima di
tanti, di superare le barriere del tempo
storico in cui è vissuto, di aver trovato un
"tesoro" che diventa dono,
patrimonio di tutta lumanità.
[Titti Follieri]
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