Giuliano
Ladolfi: "Per la rivista
«Atelier»..."
1. Che funzione
ha oggi la poesia? A cosa serve?
Per la rivista "Atelier" la poesia oggi
assume due funzioni: una etica e una
estetica. La prima nasce dalla considerazione
che la scrittura in versi è lunico
settore dellarte non soggetto alla
cultura "emporiocentrica", al
mercato. Non è stata mercificata, anzi la
sua marginalità va considerata un valore che
testimonia la grandezza delluomo che si
ribella allomologazione della dittatura
delleconomia. La funzione etica della
poesia, e dellarte in generale, deriva
dalla necessità di porre in secondo piano il
fine di rappresentare la bellezza e di
procurare un piacere estetico, oggi ci si
deve proporre il fine di produrre un tipo di
conoscenza "olocrematica" (olòs
«che forma un
tutto intero» e chrêma «cosa che
si usa, utensile»), onnistrumentale (non
"onnicomprensiva" ossia che deve
comprendere tutto) nel senso che adopera la
totalità degli strumenti gnoseologici umani.
Di conseguenza, è la conoscenza (la scoperta
di una nuova apertura sul reale) che produce
il piacere estetico, non il piacere estetico
che produce la conoscenza. Nulla vieta di
considerare larmonia artistica come
strumento di intelligibilità del complesso,
del molteplice e del caotico, sempre restando
nellambito di unimpostazione
gnoseologica. Ho parlato di arte
"olocrematica" perché nei suoi
risultati più convincenti è presente il
segno dellintero essere umano, del suo
trovarsi nel presente, del suo essere storia,
individuo, cultura e civiltà, della sua
attitudine a progettare il futuro e
soprattutto della sua necessità di
interrogarsi sui quesiti esistenziali, della
relazione con se stesso, con gli altri e con
il mondo. Questa forma suprema di conoscenza
si invera non per mezzo di concetti, ma in un
"oggetto" che può essere il marmo,
la parola, il colore, il suono, la
fotografia, la ripresa cinematografica ecc.
La filosofia, come la scienza, servendosi
della razionalità, "de-finisce" la
realtà, le dà forma, la pone in ordine, la
cataloga, la anatomizza, la viviseziona;
larte, invece, è conoscenza di realtà
in-formale, in-definita, non caotica però,
molteplice, complessa, multiforme,
contraddittoria, in divenire. Lartista,
pertanto, non è un filosofo, che organizza
il suo pensiero secondo i princìpi di non
contraddizione, di coerenza e di
consequenzialità e neppure produce in modo
in-effabile quasi fosse ispirato da una
divinità, come pensavano gli antichi. Il
processo di conoscenza artistica presenta
tali e tante interconnessioni che è
veramente arduo solo pensare di descrivere
precise procedure, perché è il risultato
della partecipazione dellintero essere
umano in tutte le sue componenti: fisiche (il
poieîn), mentali, percettive,
emotive, sentimentali, consce, inconsce,
progettuali, memoriali, individuali,
relazionali e collettive (luomo è
storia), per cui ogni de-finizione esclude
parti consistenti di questo processo.
2. Come è
cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?
Negli ultimi 50 anni
la poesia è molto cambiata: dopo il successo
editoriale e mediatico degli Anni Settanta,
si è passati a un clima di "limbo"
negli Anni Ottanta e Novanta per scomparire
nel periodo successivo. La poesia
contemporanea è diventata una lettura di
nicchia, nonostante i festival, i reading
e i premi letterari. Luniversità
dedica scarsissima attenzione agli autori
viventi, di conseguenza i docenti e i giovani
non li conoscono, non li leggono. I motivi
sono diversi: lallontanamento del
pubblico procurato dallErmetismo, dalle
avanguardie, dai gruppi di potere ecc. Questo
tuttavia non ha impedito un profondo
rinnovamento della poesia negli ultimi
ventanni.
3. Come si
identifica oggi il linguaggio della poesia?
Nella prefazione
allOpera comune. Poeti nati negli
Anni Settanta (1999) è stato tracciato
un manifesto ben preciso a questo proposito.
Si avverte nei giovani lesigenza
"positiva" di un linguaggio
coniugato con il mondo, di una parola che non
tradisca il reale e che di esso divenga il
respiro (E. Jabès), «chiara», perché
radicata sul vero (con la v
minuscola). Ma ritrovare una parola
«chiara» comporta anche ritrovare una
parola «forte», capace di creare, di
comunicare, di "edificare", di
dialogare secondo le suggestioni filosofiche
di Hans Georg Gadamer che accentua il
carattere particolare del linguaggio
allinterno della conoscenza umana:
«Lessere che può venire compreso è
il linguaggio» e questo linguaggio non è
descrizione distaccata, ma «evento
dialogico» che coinvolge tutti gli
interlocutori e, quindi, anche il lettore.
4. Oralità,
scrittura, virtualità: come interagiscono i
differenti canali nella realizzazione del
testo poetico?
Non è possibile
stabilire uno schema interpretativo sul modo
in cui interagiscono oralità, scrittura e
virtualità nella realizzazione di un testo
poetico, perché entra in gioco la
personalità del singolo autore e il suo
rapporto con un pubblico concreto e virtuale.
I nuovi strumenti di comunicazione hanno
permesso una diffusione della poesia
impensabile fino a qualche decennio fa e in
questo momento è difficile prevederne gli
esiti.
5. Qual è lo
status del poeta? Perché oggi uno
spacciatore o un pornografo sono più
accettati socialmente di un poeta?
Lo status attuale è
del poeta, come si diceva, è
lemarginazione che può essere vissuta
come romantico motivo di orgoglio, come
motivo di autocommiserazione oppure come
responsabile condizione di protesta, di
responsabilità e di impegno.
[Giuliano Ladolfi]
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