Rossella
Lisi: "E' sempre difficile e
rischioso..."
"I poeti stanno
dalla parte delle vittime"
Alfonso Gatto
E' sempre difficile e
rischioso fare dichiarazioni di
"poetica" poiché ogni poeta ha un
modo personale di accostarsi
allesercizio della poesia. Tuttavia
ogni poeta, attingendo alla propria
esperienza, può illuminare con il suo
pensiero la riflessione "comune"
sulla poesia.
Ma che cosè, in
definitiva, la poesia se non
lespressione di una vita interiore
fatta al cospetto della parola? Così i
sentimenti si inseguono, si susseguono, quasi
opposti e diversi, partorendo versi densi
dangoscia, di rabbia, di delusione, ma
anche percorsi in profondità da sentimenti
di amore, di passione, di speranza.
La realtà del vivere
quotidiano, lumano vivere,
attecchisce nellanima e là muore quasi
insieme allanima stessa. La
non-moralità, la-moralità della
gente, la non-etica comportamentale, il
materialismo che conduce inevitabilmente
allindifferenza. Come può tutto questo
non affondare le sue tenaglie dangoscia
fino alle sabbie dellanima?
Eppure tutto questo sembra
far parte di un disegno, di un progetto al
quale ognuno di noi è chiamato a
partecipare, muovendosi per cause giuste o
ingiuste.
Un semplice, ma tenace
interrogativo: potrebbe esistere il bene se
non esistesse il male? So bene che tutto
questo potrebbe sembrare, ad una prima
occhiata, pretestuoso o, quanto meno,
superfluo a contatto con la realtà che
viviamo, ma io condivido il bel pensiero di
Alfonso Gatto a proposito della poesia:
"I poeti stanno dalla parte delle
vittime".
La poesia è
lespressione di un sentire. Si direbbe
che ognuno di noi deve fare
unesperienza karmica come se avesse, in
parole semplici, un "impegno" cui
la sua vita deve far fronte.
Ognuno di noi, ritornerei a
dire, ha un sentiero umano da
percorrere. I versi sono lespressione
dei declivi irti e scoscesi che si alternano
a valli dampio respiro lungo questo
sentiero umano che tutti, in un modo o
nellaltro, dobbiamo percorrere. Ogni
poesia, allora, è lo specchio
dellanima su cui si riflette proprio il
mondo con la sua luce e la sua ombra.
La poesia della ricerca,
dellesperienza lascia incontrare
qualcosa o qualcuno lungo una via. Celan
rivendica alla poesia il suo essere un
cammino che va dalloscuro
alloscuro quando afferma che le poesie
si dirigono sempre verso qualcosa,
"magari verso un tu a cui possa
rivolgersi la parola". Per il poeta si
tratta di percorrere il tratto dal proprio
dolore al dolore dellaltro, di fondare
nella parola la sola comunità possibile,
quella della pietà e dellamore.
Ritornando al pensiero di
Alfonso Gatto, occorre aggiungere che la
vittima è prima di tutto laltro (non
è linferno come pensava Sartre), che
il dolore apre dentro ognuno di noi il
segreto dellessere altro. Non è
dallio allaltro il cammino della
poesia, piuttosto dallaltro che viene
verso di me per aprire in me la ferita che
rende possibile la comunicazione.
La poesia è chiamata a
dire tutto ciò che è, non può e non deve
ritrarsi davanti a nulla. Ma è dicendo
questo Il y a, per usare il titolo
di un ben noto testo di Apollinaire, che la
poesia è portata a trascendere se stessa e
la realtà che essa descrive, poiché dire il
cè della vita o del mondo
significa interrogarsi sullorigine di
questa misteriosa donazione.
[Rossella Lisi]
|