Evaristo
Seghetta Andreoli: "A mio
parere..."
1. Che funzione
ha la poesia? A cosa serve?
A mio parere la
poesia ha la stessa funzione di sempre, essa
accompagna l'uomo come "ombra
dell'anima" e l'ombra non può cambiare
né si può cancellare se non si cancella o
elimina il corpo solido che la proietta, in
questo caso luomo. E' proprio la sua
funzione nata con il comparire della specie
umana quella di essere compagna indefinibile,
intangibile ma fondamentale nel procedere in
questo nostro cammino che non si sa dove ci
porti. Lombra delluomo ovvero la
poesia è fatta di parole e solo le parole
riescono a darle una veste concreta e a
tracciare la sua essenza. Proprio per essere
connaturale all'animo umano la Poesia ha una
funzione di memoria inconscia dell'umanità,
ci ricorda chi siamo, nella nostra
fragilità, nel dolore, nella gioia e nella
speranza.
2. Come è
cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?
Sicuramente
Baudelaire, Whitman, Ungaretti e tutti i
grandi di fine ottocento e della prima parte
del novecento, hanno dato uno scossone a
quell'albero poetico che sembrava
incrollabile quasi di materia ignifuga. Poi
le grandi guerre, le grandi tragedie del
novecento, non potevano non avere un effetto
devastante sulla poesia. Ora è il periodo
dell'Homo Technologicus, e i margini
per quest'arte sono ridotti a spazi di
riserva indiana con pochi lettori, con case
editrici alle prese con bilanci di manifesta
situazione debitoria, e una miriade di
scrittori sedicenti poeti che, nella
negatività del fenomeno, tengono però
accesa la speranza che la poesia possa
tornare a riprendersi la meritata posizione
nel mondo delle arti.
3. Come si
identifica oggi il linguaggio della poesia?
Ormai la
prosasticità la fa da padrona con la
rivoluzione che ha pressoché ridotto a
esemplari in via d'estinzione i poeti che
osservano fedelmente la metrica. Anche se a
mio parere quest'ultima è una regola
naturale indispensabile a cui, nel mio
percorso tendo ultimamente ad avvicinarmi. E'
vero che apparentemente sono stati abbattuti
i confini tra prosa e poesia e come era
all'inizio, intendo nella Grecia classica e a
Roma, la prosa si serviva della forma della
poesia per quanto riguardava il metro delle
orazioni. Ora sta avvenendo il contrario, in
questo interscambio formale. Penso che
tornerà prima o poi il momento della
riappropriazione della consapevolezza della
necessità metrica, il ritmo e la
musicalità, gli accenti e il numero delle
sillabe, torneranno appieno a svolgere la
loro funzione.
4. Oralità,
scrittura, virtualità: come interagiscono i
differenti canali nella realizzazione del
testo poetico?
Noi siamo figli del
nostro tempo, condizionati inevitabilmente
dall'ambiente e dalla Storia. Ci adattiamo e
sappiamo che solo con l'utilizzo degli
strumenti che ci vengono messi a disposizione
si può conservare un ruolo all'interno della
società. Così come per la pittura, la
scultura e anche per la musica, si deve
trovare un compromesso con il tempo in cui
viviamo. La poesia, un po' come la Filosofia,
si trova di fronte al bivio epocale da cui
dipende la sopravvivenza stessa di queste
discipline umane. Pertanto ben vengano le
videopoesie, gli audiolibri, i filmati, i
libri virtuali; ciò che conta è l'essenza,
sempre che si tratti di poesia vera.
5 Qual è lo
status del poeta? Perché oggi uno
spacciatore o un pornografo sono più
accettati socialmente di un poeta?
Penso che sia
cambiato nel corso dei secoli il concetto che
si aveva del poeta ovvero di colui che
nell'accezione comune è un cantore di
profezie, di gloria e di pianto, che conduce
una vita "sui generis" quasi avulso
dalla realtà circostante, l'aedo, il rapsodo
o il bohemien di fine ottocento.
Oggi il poeta esce di casa la mattina, prende
il pullman e va a lavorare. Un lavoro
borghese, a volte agli antipodi della poesia
stessa, come è accaduto a me per
quarant'anni. Poi rientra stanco, con la
testa piena dei problemi del quotidiano, ed
ecco quasi per magia che tra tanti pensieri
si fa strada quello immutabile dell'essenza
dell'uomo: il pensiero poetico. Anche al
tempo di Virgilio e di Orazio, così come in
quello di Dante, avevano una visibilità
maggiore rispetto al poeta i lenoni, i
procacciatori di affari a buon mercato, i
mercenari, i politici corrotti, ecc. Ma il
poeta ha avuto sempre la sua inconfondibile
fisionomia che al di là del vivere
quotidiano lo accomuna in tutte le epoche.
Purtroppo oggi, come sempre l'ignoranza è
vasta ed è il terreno su cui seminano e
speculano i personaggi di malaffare; adesso
come non mai il potere quasi oligarchico nel
mondo cerca di sottrarre spazio al pensiero,
cercando di soddisfare i sensi ingannatori,
perché il pensiero è pericoloso. Platone ci
diceva che "l' Idea è eterna" , io
dico che ciò vale anche per la poesia.
[Evaristo Seghetta
Andreoli]
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