Barbara
Serdakowski: "Tutto nasce dal..."
Che funzione ha
la poesia? A cosa serve?
Tutto nasce dal gesto
poetico che chi è poeta pone prima di farsi
domande. Le parole fuoriescono in forme
inconsuete e come il siero dopo il sangue si
rapprendono. Spesso ci si sente a se stessi
meravigliati, forse addirittura estraniati.
"Ogni poesia è misteriosa. Nessuno sa
interamente ciò che gli è stato concesso di
scrivere". Ha detto Borges. Michaux
aggiunge: "Il vero poeta crea, poi
comprende
qualche volta". Essendo
questo lessenza dellessere umano,
la funzione della poesia rimane invariata
perché indipendente dal tempo e dai suoi
avvenimenti.
La poesia non è una
scelta con funzioni, è "l'espressione
metaforica di contenuti umani". Credo
che sia una leggerezza considerare
larte / la poesia attraverso la sua
componente di "fruizione", come se
fosse entertainment, per usare la
parola inglese in voga. La poesia nasce
dallumano come nascono i torrenti dalla
terra e ne fruisce chi ha fortuna. Anche
senza fruizione il torrente prende vita. La
poesia, poiesis, vuol dire
creazione. La poesia sono le parole non dette
di chi un giorno ha abbracciato un albero o
smarrito un sentiero. Chi è poeta e chi no?
Essere poeti è nel fare e
nellintenzione non si può certo negare
di essere poeti a nessuno. Poeti bravi?
Significativi? Questo poi dipende da tanti
fattori. Pittori, scultori, musicisti,
coreografi, registi, fotografi, tutti partono
dalla loro poesia interiore. Poi si devono
fare i conti con la storia, la bravura, la
preparazione, oh! conti con tante cose!! La
funzione della poesia oggi? Quella di sempre.
Spiegare il mondo, nutrire e salvare
lanima. "La salvezza
delluomo è nelle mani dei disadattati
creativi" diceva Martin Luther King.
La poetessa argentina
Alejandra Pizarnik risponde in modo ambiguo e
quasi pericoloso: "Scrivi poesie perché
hai bisogno di un posto dove essere quello
che non sei". Aggiungerei: Che non
sapevi di essere? Che non volevi che altri
pensassero che tu fossi? Un nascondiglio
dellanima? La poesia come psicoanalisi?
Come filosofia surreale? I poeti riescono a
mettere in parole quel che palpita
nellanima, il percepito ma intangibile.
Non posso non nominare Khalil Gibran che più
di altri è lincarnazione stessa della
poesia:
La poesia è il
salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che
feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il
precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche laria
riesce a passare.
Fine 800, il
rivoluzionario e scrittore cubano José
Martí scrive: "Un granello di poesia è
sufficiente a profumare tutto il
secolo". Mi fa pensare che i secoli
passano ma la poesia resta e profuma.
Come è cambiata
la poesia negli ultimi 50 anni?
Dove? Nasce spontanea
la mia domanda ma questo perché sono di
altrove. Forse preferisco rispondere sulla
cambiata reperibilità. Come tutte le arti è
seppellita sotto una coltre mediatica e
laccesso sfrenato
allautocelebrazione.
Lalfabetizzazione ha dato i suoi giusti
frutti. Laccesso ai media di diffusione
di massa anche e oltre. Ora cercare le
"vere" poesie, le pitture, le
musiche diventa la caccia al famoso ago nel
pagliaio. E' sempre stato un ago nel pagliaio
ma ora cè tanta, ma tanta paglia in
più. Tutti si improvvisano poeti, scrittori,
giornalisti, artisti, stilisti, trascurando
la più fondamentale preparazione, a scapito
del talento e va bene tutto, soprattutto il
"perché non io". Essere poeti come
ricamatori occasionali, fare bricolage
nel garage, dipingere pigne per lalbero
di natale o scrivere belle frasi per
cartoline di auguri. Al diavolo studio,
letture fino a consumarsi gli occhi, ore di
discese pericolose nel fondo dellanima
per grattarne tutti gli strati e finanche il
catrame. Octavio Paz diceva: "Ciò che
caratterizza la poesia è la sua dipendenza
dalle parole quanto il suo desiderio di
trascenderle". La poesia, quella vera
cè, quei pochi nascono ogni giorno, ma
trovarla oggi, districarla dalla matassa del
qualunquismo è unimpresa davvero ardua
e con laccelerazione dei tempi spesso
fallimentare per logoramento. Non molto
diverso da trovare una conchiglia rara sulle
spiagge seppellite dai nostri rifiuti. In
altri tempi la conchiglia spiccava meglio.
Ora cè ma si confonde con magari un
pezzo di polistirolo levigato.
Qual è lo status
del poeta? Perché oggi uno spacciatore o un
pornografo sono più accettati socialmente di
un poeta?
Una domanda che un
po mi ha scioccato e volevo rispondere
protestando, dire che forse è una
provocazione troppo spinta ma poi,
allimprovviso, sullo schermo del
computer mi appare la dicitura: Compleanni di
oggi 4 maggio: Rocco Siffredi (attore porno),
Renato Vallanzasca (criminale), Joseph
Joubert (filosofo e aforista) le braccia mi
cadono e sussurro sconsolata: hanno ragione.
Lo status del poeta oggi come lo status del
pittore è diventato sinonimo di sognatore
senza arte né parte, uno che dovrebbe
mettere la testa a posto e magari
"sfogarsi" nei weekend.
Questo è dovuto alla nuova propensione a
credere che tutti possono fare tutto e chi
siamo noi per giudicare come le persone si
"esprimono". Fortunatamente la
musica (ma anche la ceramica a questo punto)
ci dimostra che senza sapere fare le cose,
senza talento, senza incessante pratica,
capacità e "mestiere" il risultato
potrebbe risultare scarso e andrebbe
considerato con diffidenza. Il critico
darte Francesco Bonami dice: non è
difficile riconoscere una buona opera.
Lopera dellartista bravo
"suscita dentro di noi una sensazione
completamente diversa da quella prodotta
(
) da un millantatore (
) che
sarà capace di mettere al mondo solo cose
con la forma e laspetto ma prive di
anima".
La fama del
criminale, del trasgressore, i soldi, la
beffa al sistema attira e affascina. Essere
poeta dà lidea del miserabile che si
purga scrivendo versi e piangendo lacrime
amare per amori perduti tra prati di fiori e
mari dal grigiore infinito, tanto vale un tweet
e qualche bella foto su Instagram. Fare
poesia è "unaltra cosa".
Citerei Szymborska che trasforma anche la
parola più insospettabile in poesia pura:
"La cipolla è un'altra cosa. |
Interiora non ne ha. | Completamente cipolla
| fino alla cipollità. | Cipolluta di fuori,
| cipollosa fino al cuore, | potrebbe
guardarsi dentro | senza provare
timore".
[Barbara Serdakowski]
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