Carlo Taddeo:
"La poesia è ancora..."
1. Che funzione
ha la poesia? A cosa serve?
La poesia è ancora
il modo migliore per verificare la capacità
del linguaggio verbale di essere autentico,
spontaneo, o, al contrario, falsificabile,
pronto a essere usato contro le donne e gli
uomini.
2. Come è
cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?
Ridotta a slogan
e advertisement - prodotto di
pretesa avanguardia o di pretesca
illuminazione -, la scatola che porta
letichetta "poesia" si vende
poco. La "popò" dartista o
anche meno, da tempo, rende molto di più.
3. Come si
identifica oggi il linguaggio della poesia?
Forse il linguaggio
della poesia è localizzabile laddove ancora
si fa possibile una parola liberata dalle
grammatiche di qualunque tipo.
Tuttaltro che un concetto idealistico,
esso non appartiene ai poeti
"laureati".
(Invito a leggere gli
esperimenti con i bambini di Chandra Livia
Candiani o i versi apparentemente semplici di
Ileana Zara, nonna e operaia: entrambe
invisibili allo spettacolo, eppure la
produzione migliore che abbia letto in questi
anni).
4. Oralità,
scrittura, virtualità: come interagiscono i
differenti canali nella realizzazione del
testo poetico?
Piuttosto che su
scrittura, oralità e virtualità, a me
sembrerebbe decisivo riflettere su un fatto.
Dopo la "grande abbuffata" di
poesia sonora, videopoesia, poesia visiva
rifletto -: liberata dal verso e dalla
parola, è ancora possibile chiamarla
"poesia"? E' altro? Ognuno può
esplorare in perfetta libertà le zone
contigue al linguaggio verbale (creare
contaminazioni e/o innesti) e, tuttavia, la
radice resta acustica e visiva. Da qui, ritmo
e visione, credo si parta ogniqualvolta si
faccia poesia.
5 Qual è lo
status del poeta? Perché oggi uno
spacciatore o un pornografo sono più
accettati socialmente di un poeta?
Ma non siamo tutti
degli sfaccendati perditempo? Andiamo, su!
Direi che i poeti sono molto più pericolosi:
spacciatori di libertà e portatori sani di
eros!
[Carlo Taddeo]
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