Fausto
Tanzarella: "Nessuna per i più..."
1. Che funzione
ha la poesia? A cosa serve?
Nessuna per i più.
Vertice dellumana consapevolezza, per
alcuni. A niente e a tutto.
2. Come è
cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?
E cambiata? Non
so. Qualcuno ci ha provato (gruppo 63,
beat generation), anche con risultati
importanti, a volte formidabili. Ma si è
trattato di mutazioni formali, lessenza
della ricerca poetica resta uguale a se
stessa: dialogo dellessere umano con se
medesimo e luniverso.
3. Come si
identifica oggi il linguaggio della poesia?
Jorge Luis Borges ha
scritto che la differenza tra prosa e poesia
si risolve in una mera convenzione
tipografica. Molto spesso è vero.
4. Oralità,
scrittura, virtualità: come interagiscono i
differenti canali nella realizzazione del
testo poetico?
Per secoli la poesia
è stata solo orale; laedo si rivolgeva
a una comunità. La scrittura le ha dato una
dimensione individuale. Il web ripropone, in
una certa forma, lascolto collettivo e
interattivo. (Una chiave di lettura, non di
più.)
5. Qual è lo
status del poeta? Perché oggi uno
spacciatore o un pornografo sono più
accettati socialmente di un poeta?
Lo spacciatore e il
pornografo soddisfano dei bisogni,
soprattutto fisici. Il poeta, il vero poeta,
è un disturbatore della quiete pubblica,
solleva dubbi, pone domande, impone analisi,
costringe a fare i conti con se stessi
Editorialmente parlando, non è vero che la
poesia non venda. I poeti vendono molto bene,
ma solo se sono morti; e da tempo. La
distanza temporale forse rende tollerabili le
loro provocazioni (ce laveva con quelli
di allora, mica con noi). Prendiamo Pasolini,
odiato e osteggiato dai più (a destra come a
sinistra) da vivo, celebrato da tutti (a
destra come a sinistra) oggi.
Dunque al poeta vivente non
resta che un destino di semi-clandestinità,
a tutto suo rischio e pericolo: se gli va
bene sarà considerato uno stravagante, non
del tutto a posto col cervello.
[Fausto Tanzarella]
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