Luciano
Valentini: "Come in ogni arte..."
1. Che funzione
ha la poesia? A cosa serve?
Come in ogni arte
anche nella poesia è essenziale la ricerca
del piacere estetico ovviamente per mezzo
delluso delle parole, che è diverso da
quello utilizzato nella prosa. I canoni
poetici tuttavia vanno storicamente
contestualizzati, poiché variano nel tempo e
nello spazio (ad es., la metrica latina è
completamente diversa da quella italiana
dellOttocento, ecc
).
2. Come è
cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?
La produzione poetica
negli ultimi anni è cambiata in peggio,
complici la diffusione di massa e luso
dei mezzi informatici, che talvolta hanno
inciso negativamente sulla qualità.
3. Come si
identifica oggi il linguaggio della poesia?
Spesso oggi vengono
scritte poesie estremamente banali o
totalmente incomprensibili. Al contrario
credo che la comunicabilità delle emozioni,
dei sentimenti e delle passioni sia una
prerogativa essenziale del linguaggio
poetico.
4. Oralità,
scrittura, virtualità: come interagiscono i
differenti canali nella realizzazione del
testo poetico?
Lunica vera
novità negli ultimi decenni è stata la
virtualità, che ha modificato in modo
incredibile la comunicazione nel tempo e
nello spazio per mezzo degli strumenti
informatici e che ha divulgato la conoscenza
e la produzione a livello di massa. Il
rischio è che la realizzazione del testo
poetico venga sottoposta ad una diffusa
improvvisazione e superficialità in una
forma di esibizionismo narcisistico.
5 Qual è lo
status del poeta? Perché oggi uno
spacciatore o un pornografo sono più
accettati socialmente di un poeta?
Ecco qui un esempio
classico. Dal Satiricon di Petronio:
Mentre Eumolpo declamava,
alcuni che stavano passeggiando sotto i
portici gli tirarono delle pietre. Quel
genere di applauso doveva essergli noto,
perché si coprì il capo e fuggì dal
tempio. Temendo dessere preso
anchio per un poeta, lo seguii nella
fuga e giunsi alla spiaggia.
Appena fuori tiro, mi
fermai e gli dissi: "Scusa, ma dove vuoi
arrivare con questa tua mania? Non sono
neanche due ore che sei con me e hai sempre
parlato da poeta invece che da uomo. Non mi
fa meraviglia che il popolo ti prenda a
sassate. Mi riempirò anchio il grembo
di sassi, e tutte le volte che poeterai, ti
farò uscire il sangue dalla testa".
Scuotendo il capo mi
rispose: "Mio caro ragazzo, non è che
abbia debuttato oggi. Tutte le volte che sono
entrato in teatro per declamare qualche cosa,
il pubblico mi ha sempre accolto a questo
modo. Comunque, per non litigare anche con
te, mi asterrò da questo cibo per tutto il
giorno".
"Bene" aggiunsi
"se per oggi lascerai da parte questa
fissazione, ceneremo insieme".
Altresì Benedetto
Croce nel suo saggio intitolato La poesia
così afferma:
Parve cosa mirabile e quasi
miracolosa lopera della poesia agli
antichi greci, che ladeguarono a un
sacro afflato, a un entusiasmo, a un furore,
a una divina manìa; e gli aedi distaccarono
dagli altri mortali, onorandoli ispirati
dagli dèi, alunni diletti della Musa, il cui
canto raggiunge lampio cielo. Né i
moderni hanno a loro negato del tutto il
medesimo tributo di omaggio, e in effetto
sogliono circondare i poeti di concorde
ammirazione e quasi di riverente protezione,
e ad essi principalmente, se non unicamente,
riserbano il privilegio della
"ispirazione" e il dono della
"genialità". A rigor di termini,
ispirazione e genialità, e il "quid
divinum", sono in ogni essere e in ogni
opera umana, che altrimenti non sarebbe
veramente umana. Ma il risalto che questi
caratteri sembrano ricevere nella creazione
poetica, viene appunto dal riportamento
dellindividuale alluniversale,
del finito allinfinito, che non è, o
non è a quel modo, nella praxis e nella
passione, dove ha luogo il moto inverso, e
che è bensì nel pensiero e nella filosofia,
ma in guisa secondaria e mediata dalla
poesia. Al paragone del conoscere della
filosofia quello della poesia sembrò diverso
e, più che un conoscere, un produrre, un
foggiare, un plasmare
. Donde il nome
che serba nelle nostre lingue; e, in rapporto
alla poesia, fu abbandonato per la prima
volta il concetto del conoscere come
ricettivo e posto quello del conoscere come
fare.
Forse Eumolpo
desiderava "concorde ammirazione" e
"riverente protezione" per la sua
attività di poeta, vista come "divina
manìa", cioè come ispirazione divina,
un po come fosse uno sciamano o uno
stregone; ma silludeva. In realtà il
poeta rimane un "diverso", che
cerca di comunicare il piacere estetico per
mezzo delle parole; ma non tutti sono bravi
poeti così come non tutti sono bravi
musicisti o bravi pittori. Purtroppo la
produzione di massa, che è un fenomeno
sociologico, ha abbassato il livello della
qualità.
Nota.
Le citazioni sono tratte da: Petronio, Satiricon
(trad. P. Chiara), Milano, Mondadori, 2016 (I
ed. 1969), pp. 239, 240 e 241; Benedetto
Croce, La poesia, Bari, Laterza,
1980 (I ed. 1936), pp. 12 e 13.
[Luciano Valentini]
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