"Digitale"
è l'eredità che ci ha lasciato il XX
secolo. La cultura del secolo
scorso, infatti, si è andata costruendo su
opposizioni binarie: conscio/inconscio,
borghesia/proletariato, paradigma/sintagma,
espressione/contenuto, ecc./ecc. In questa
episteme binaria, ha quindi elaborato un
modello di informazione e comunicazione
fondato sull'opposizione di due cifre: zero e
uno. Dall'infinita combinazione di questi due
elementi privi di materia il '900 ha
sviluppato un mondo di macchine che stanno
modificando radicalmente la nostra civiltà.
Accanto ai mondi reali se ne stanno generando
altri virtuali, talvolta verosimili, talvolta
irreali, in cui le generazioni future si
troveranno sempre più immerse. Già oggi siamo in
preda a un disorientamento che ci pone problemi
etici e filosofici. E allora di
tutto questo si tratterà nel prossimo numero
de "L'area di Broca" dedicato al
tema "digitale". C'è materia, ne
siamo sicuri, non solo per ingegneri e
matematici, ma anche per poeti e scrittori,
intellettuali organici e inorganici,
apocalittici e integrati, materia per riflettere,
mettere in guardia, osservare e descrivere
la realtà in modo profetico,
pasoliniano. Perché "digitale" è
cultura, è comunicazione, è proiezione in
un futuro che non deve coglierci impreparati.
[P.P.]
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