Lo studiolo
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estate - autunno 2006 Elegia suburbana Paolo Pettinari Il rapimento di Proserpina L'idea della serie dedicata al mito di Proserpina scaturisce da una riflessione sulla presenza del mito nella cultura dell'ultimo secolo. In Joyce i luoghi del mito erano le strade, le case, i locali pubblici della città. Qualche decennio più tardi Pavese li situa nelle campagne delle Langhe, in un universo rurale idealizzato, visto come antitetico al contesto urbano. Oggi che le città sono sempre meno luoghi dove si abita e vive, ma soltanto si va per commerciare e lavorare; che le campagne sono posti di svago e agriturismo, e i contadini vanno scomparendo; il mito forse resiste e si rinnova nella terra di nessuno fra questi due luoghi. Ai margini delle città, dove i campi si contaminano con gli acidi e i fumi delle industrie, sorgono giganti, si aprono ferite, rinascono le storie... [pp] Il mito - Plutone, dio dei morti, desidera avere una moglie per mettere fine alla sua vita solitaria, così rapisce Proserpina, figlia di Cerere, e la porta nel suo regno sotterraneo. Cerere dapprima si infuria, rendendo sterile tutta la terra e disseccandone i frutti, poi ottiene che il dio le restituisca la figlia stipulando una sorta di patto: Proserpina resterà nel mondo infero per quattro mesi e nei restanti otto vivrà alla luce del sole. [Citazioni da: Claudiano, De raptu Proserpinae, BUR, 1981, traduzione di Franco Serpa, con adattamenti.]
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