"L'area di Broca", XXVI, 70, 1999
COLORI
Pino Salice
Le rose finte
Le variopinte tinte le rose finte
son più belle del vero per davvero!
fan "composizione"
non perdono petali né foglie
e poco o niente manutenzione...
Tutt'al più, se ti piacciono odorose,
uno spruzzo d'essenze monodose
e ci fanno la lor ganza figura
in fioriere zincate (come s'usa
nei colombarii, zolla plastica inclusa...)
E i mari, che marezzo! (a parte il lezzo
d'olii e l'asfissia...) - ma nella calmeria
di scirocco, specialmente di notte
se c'è la luna e le stelle barzotte,
fosforeggiano orientalmente
ci hanno uno charme catarifrangente
di elettrici cobalti proprio shocking
d'ammirar su dal colle "no smoking"...
Uh! come chiaro splende in cartolina
il nastro delle plaie... una vetrina
d'argenterie da lucidarsi gli occhi...
(Sapiente inquadratura cela i blocchi
dei casermoni balneari - siamo in democrazia
e tutti hanno il diritto di godere
balsamici il panorama) - dal belvedere
si vedono filare i pachebotti
che inalberan festivi il gran pavese
(di diecimila colori l'assisa...) -
oh, non vi naviga Corto Maltese
ma il "commenda" che punta ad Ibiza...
E pur ci vince purità del cielo,
benché in verità le faccia velo
fumante un nuvolo d'incendî
- tossine stagionali molto "trendy" -
rimmel untuoso alle ciglia
del sole occiduo fondiglia
di prima sera narcosi profonda
su carta Kodak il tramonto "in onda"...
E che lucido verde han le aiuole
delle ville blindate e miliardarie...
Vi tramestan solerti, come suole,
omini armati di paglie e cesoie.
Legano radono spuntano aggranchiti
sui cespi folti: i gesti son compiti
e più sagaci di pietosa cura
se sgambano dov'è la sepoltura
delle bestie di casa
(Fido, Lampo, Tigrotto i loro nomi,
di colti congelati cromosomi...)
Io so d'altri cieli e d'altri mari
altri prati conosco pien di fiori,
fosse comuni a una spanna dal suolo
che ingrassano di corpi, tristo scolo
d'inerme sangue alla Furia immolato...
Ah, colori
inverosimili lussi di città e paesi!
del Male trionfante che s'agghinda
siete gli orpelli i contraffatti veli.
La vostra presenza superflua
afferma meglio delle infinte parole
dei saggi oscuri dei lievi poemi
la vittoria del nero del sangue dell'oro.
Così ciechi guardiamo
ogni leggiadra forma ch'è nel mondo
d'ingannevole luce intonacato.
La bella tinta cede, cede il marezzo,
il vento sembra non aver più fiato
da spandere vernici di rappezzo.