"L'area di Broca", XXVIII, 73-74, 2001
TERRA
Antonella Barina
Margaria
Frammenti di Apocalisse urbana
(...) Negli anni cinquanta Marghera per me era un giardino di fiori e merende sotto l'albero, fontane e a mano coi nonni.
Negli anni sessanta, restavo la notte alla finestra per timore di un'apocalisse urbana, cui in effetti talora si è andati molto vicini.
Negli anni settanta, prendevo in giro mia madre perché nel giardino di Piazza Mezzacapo aveva piantato quelli che chiamavamo "i melograni della Montedison" e scattavo fotografie delle fabbriche.
Negli anni ottanta, divenuta io madre, osservavo preoccupata l'aria carica dello smaltimento della Jolly Rosso, la nave dei veleni, partita dal Libano nel 1987, rifiutata dai porti mediterranei per tutto il 1988 e infine giunta - dove, se no? - a Marghera per essere smaltita a cielo aperto.
Solo negli anni novanta sono riuscita ad accettare questa "cittadinanza". Questa è l'aria che abbiamo respirato dal ventre nero di Marghera, che, peraltro, non avrà redenzione che assieme al suo opposto: la sontuosa, pigra e mondana madonna Venezia. Raccolgo gli articoli delle numerose inchieste, ricucio i ricordi. Mi spiego sofferenze.
La tigre che immaginavo acquattata dietro le case, pronta a balzare in avanti con i suoi fumi e le sue materie ribollenti, si rivela la Bestia di un'Apocalisse che forse farei meglio a credere di aver solo sognato. (...)
(Da Margaria - Frammenti di Apocalisse urbana, Tam Tam libri, Martellago, 1999.)
Nota
In sintesi, la lunga esperienza di un'altra abitante dell'Apocalisse. Antonella Barina, scrittrice, giornalista, riesce, in poche righe, a darci tutto il senso di una vicenda irraccontabile.