"L'area di Broca", XXVIII, 73-74, 2001
TERRA
Marosia Castaldi
Nemmeno terre
Nemmeno nostro nemmeno il mondo che accoglie uomini piante animali nemmeno nostro questo corpo celeste nemmeno più ruota attorno al sole ad un sole né astri né lune né terre deserte né aspre selvagge né coltivate né superfici né moti equatori nemmeno luoghi a portata dell'uomo qui sulla terra lontano dal cielo nemmeno create nemmeno scavate nemmeno arate fiorite esistenze nemmeno essere qui di passaggio nemmeno esisterci qui sulla terra né abbandonarla lasciarla morire nemmeno sostiene sorregge i viventi e i tempi le ore le opere i giorni né emerge dall'acqua dall'aria dal cielo né venti né brezze spirano al mare nemmeno toccare approdare atterrare nemmeno posarsi mettere piede né croste né abissi né terremoti né quiete né moti nemmeno sussulti né artiche australi né boreali né ampie né strette né luoghi regioni montagne colline fiumi ruscelli nemmeno vulcani paludi foreste nemmeno crateri nemmeno promesse nemmeno bruciate nemmeno tranquille addormentate nemmeno straniere né di nessuno nemmeno natali ospitali materne nemmeno in queste si sceglie di vivere né patrie né matrie né camminare levare lo sguardo né stare su in piedi sentirsi mancare svenire svanire né superficie né crosta né terra né luogo né suolo né andare venire nemmeno sedersi tornare partire né mettersi in viaggio nemmeno cadere né alzarsi squarciarsi per ricominciare nemmeno nuda nemmeno terra nemmeno su questa dormire posare il corpo la testa le mani le braccia le ali la faccia nemmeno scavare piantare affondare nemmeno battute né polverose né strade né terre né asfalti né campi nemmeno pianure brughiere colline né fertili arabili sterili incolte nemmeno leggère né dure argillose né dissodare né seminare né lavorare nemmeno sudore polvere e furia né grasse né magre né vergini grigie né nere né rosse né bianche né gialle né verde né frutti nemmeno confini nemmeno orizzonti né filo continuo di terre sul blu nemmeno amarla nemmeno abitarla né averne passione fatica tormento nemmeno lasciarla in essa dormire per sempre per tutta l'eternità.
Tratto da Un mare aperto (Portofranco Editori, 2001).