"L'area di Broca", XXVIII, 73-74, 2001
TERRA
Nota: il testo che segue, per riprodurre la versificazione voluta dall'autrice, dovrebbe essere visualizzato con carattere "molto piccolo".
Lucetta Frisa
Quattro sogni di terra
I.
Lei striscia sa che striscia non ha piedi non ancora, negli occhi
qualcosa di rosso va e viene e le narici l'avvertono sei vicina sei arrivata oppure
sàlvati striscia più veloce più veloce e dopo starai bene al caldo in pace
mangerai non penserai a nulla solo al cibo al caldo all'odore ma quella luce
fastidiosa sottopalpebra disegna forme guizzi sfumature meno intense di buio
che vuol dire? lei teme che quella luce non la farà felice teme che potrebbe
cambiare tutto e rinvia il risveglio.
II.
Sente nelle orecchie un suono ma non lo chiama ancora suono e non vuole
saperlo si tocca le orecchie le chiude con le mani e poi di colpo le libera, allora tutto si concentra in quelle
due cavità? sono quei buchi che attirano suono e piacere? Se nella materia compatta lei avesse fatto dei buchi,
chissà quanto suono ci sarebbe caduto quanta energia viaggiante catturata risucchiata dai vuoti della terra e
tutto sarebbe canto e parola, forse bisogna solo sgomberare un po' scavare allargare fare spazio alleggerire
tutto il basso e poi respirare, respirare a lungo a fondo con le narici,
gli altri due buchi che sembrano accordarsi a quelli delle orecchie. Se avesse fatto così quel suono e
quell'ebbrezza avrebbero regnato sulla terra e in lei
che si sarebbe aperta spalancata, e ci prova, ci prova subito e muove anche la bocca socchiude la fessura
delle labbra, a terra, terra secca umida amara entra entra entra la chiude la mura
la soffoca nel letto, da dove tenta di svegliarsi.
III.
Cammina senza piedi proprio non sente la terra è allarmante e bello
i piedi elastici incedono nel vuoto e c'è uno sciame d'api silenziose
lei sa che non hanno pungiglione e dappertutto faranno il miele
miele che vola intorno e non si appiccica miele d'oro dell'aria
- ma è il tramonto o l'alba ? - e lei, da dove è giunta fino a qui,
dalla terra o ci sta andando?
IV.
Lei è coperta di mosche nere.
Valigie chiuse e aperte il padre di spalle gira una chiave nella toppa
la porta resiste cigola oh se lei se ne andasse se tutti da questa casa se ne andassero
ma c'è ancora un armadio pieno d'abiti le mosche pizzicano si appiccicano
ronzano in giro ma ce la farà a partire se dimentica le cose più importanti?
non ce la farà è in ritardo la madre trascina pacchi riassetta la cena rovesciata
non c'è più acqua per pulire cala quel po' di luce. Qualcuno esce dalla porta - è lei? - buio tanto buio poi città
viste dall'alto con torri mura su vaste conche d'erba
o accanto al mare e tutto è un bagliore bianco e azzurro e lei sta affacciata - sola
o con chi? - poi buio ancora strade piovose case senza balconi bus vanno e vengono
vuoti e non c'è il suo che la riporta a casa o via chissà ma via di qui forse il bus
ha finito il suo turno è notte fa molto freddo ha fame e le mosche tornano
le ronzano intorno e addosso più nere di prima lei le scaccia via le scaccia
continua a scacciarle per cambiare sogno.