"L'area di Broca", XXVIII, 73-74, 2001
TERRA
Alessandra Greco
Alba
Cattura i nidi,
il ritorno,
in un frottìo grecale.
L'alba,
di cime crescenti...
... si porta il bosco dove spare...
Belliscono l'aria,
fronde
che abbuiano
ligòri.
Nuclei,
di acquietati passeri,
s'ondeggiano...
L'alba è degli uccelli,
loro,
brama del Dio.
Elan vital
nel ristoro conciato
di brina,
come pelle
si
trasmigrano.
Pulviscolo del non riposo.
Shining.
Eppure essi dicono ciò che è propositato da sempre.
Questo reagire del Nome
nell'immagine inverata.
Oltre il luccichio
del ciglio...
Palpebra di nave silenziosa,
vela
il mattino.
Ciglio
della luccicanza...
Rete.
Musica l'animato,
che brulica bruma.
Escludo,
cosa?
Bucoliche?
Lamìe dell'intestino?
Io corpo,
guado l'alba...
Esattezza.
Nel peso depongo il sollecito.
Ardo.
Ritorno.
Pertanto la terra è:
Cima,
o sogno del cuore.
Dove alle piccole ali
beccheggia il petto nel trillo.
Lei,
suscitata terra
che si colora
d'altro,
che in breve
tinge
l'esatto compiuto
che le fabbricò Minosse.