"L'area di Broca", XXIX, 75, 2002
AMICIZIA / COOPERAZIONE
Liliana Ugolini
La storia circolare
L'Amicizia fu silenziosa, quasi sparente.
Fu incorporeo rapporto ma consapevolezza d'appoggio.
Fu agli incontri un ridere in ammicchi per motivi condivisibili
(la visione negli occhi in un guizzo di complicità).
Fu conoscere un tradimento e incamerarlo come una cicatrice
o una tacca d'altezza.
Fu meravigliarsi ogni volta del piacere sottile degli incontri e abdicare a legami
stringenti per l'altrui(la propria) libertà. Non fu mai invadente.
Fu rispettare le esigenze altrui in parità.
Fu migliorare attraverso le opere la credibilità.
Fu forza di fiducia, base del dare consapevole.
Fu indovinare i limiti, essere disponibile al carattere dell'altro senza rinunciare al proprio.
L'Amicizia incontrò la Cooperazione e qui fu progetto.
Creò un motivo intorno al quale con convinzione si avviò e si accrebbe.
Fu base di considerazione reciproca pur constatando che questa non comportava necessariamente amicizia. La Cooperazione necessitava di altro: unisono di vedute, forza costruttiva, ideali per il raggiungimento d'un fine. La Cooperazione è un forte legame che si basa sulla stima. L'amicizia va oltre la stima: è un sentimento e come tale è coscienza e disponibilità. Affetto.
L'Amicizia restò single e la Cooperazione fu gruppo.
Tirammo il gruppo per fili d'amicizia ma qualcosa si ruppe.
Le emozioni presero il sopravvento e mostrarono sfaccettature di saette durante un memorabile pathos di groppo.
Dopo un primo impatto, ci fu ripensamento. Parlammo dove c'era c'erano diversità e carenze, cercammo di capire e constatare che un sogno era possibile.
Noi parlammo e divenimmo, insieme, quasi tutti come una persona e operammo all'unisono per un fine comune. Giornate sì, giornate no, le sensazioni sgorgavano appieno.
Rimboccammo maniche e ostacoli e credemmo ancora nel gruppo e nell' amicizia.
Sorridevamo spesso cercando le spiegazioni, gli approfondimenti, i perché come necessità interiori. Si allargavano gli orizzonti come fughe di comete, lasciando scie luminose e terribili. Intorno si sgretolavano le fedi e la nostra, pur fondata, risentì l' incrinatura che saldammo ancora e ancora. C'era tanto da fare. Un mare. E come in un mare qualcuno fu inghiottito. Restammo in pochi ma quei pochi perseguirono un'amicizia vera. Col tempo (dobbiamo vivere il tempo per conoscere la fine delle storie) i caratteri si accentuarono e anche le diversità. Il colloquio fu più difficile, gli argomenti divergevano inesorabilmente ancorati a convinzioni legate alle proprie esperienze. I cervelli - con il loro mutare - con il loro ingombrarsi, deturparsi e illuminarsi... Le strade divaricarono. L'amicizia corse su fili di telefono, insostituibile perché aveva fondato radici, che ancora davano frutti, con parole, emozioni, memorie. Radici, fonde radici e memorie. Indissolubile cemento inalienabile ma da lì conoscemmo il silenzio, il silenzio allargato fra parole che fu invaso dallo schermo. E ammutolimmo in piazze e sogni, in tenerezze e sbrani di natura, in folle e follie.
Tutto era ancora da costruire...
E da qui potremmo ricominciare a leggere il racconto che di nuovo continua dall'inizio...