"L'area di Broca", XXIX-XXX, 76-77, 2002-2003

CONTRO

 

Giulio Bogani

Cinque poesie
 

(11settembre 1973)*

In quel giorno
tra lo sciaguattio e poche stoviglie
si passò la voce e la mano si armò.
Le pupille fissarono sospette mentre
l' occhio incontrava l' altro occhio
iride contro iride, pupilla d' uomo
contro pupilla di soldato.

Poi tutto sembrò rotolare via
apparentemente privo di controllo
in un discorso rosso, in un palazzo bruciato
e in una mano consumata e offesa.
Ma adesso, quasi dimenticata, la data ritorna
come un nuovo simbolo di stupro
inciso nel corpo di chi allora giustiziava:
di chi ancora giustizia.

* (data del golpe di Pinochet in Cile)
 

*

Un tempo li seppellivamo
prima che i corvi li avvolgessero
ora non ci è bastato comprarne la vita:
per la diretta ne abbiamo appaltato
anche la morte:
gente come macchie sul selciato
morti di guerra mentre
anche il pudore si nasconde.

Sono un vivo
con la vergogna di essere vivo
e con il solo orgoglio
di essermi indignato.
 

*

Ci porteranno altri morti
ché i nostri
la memoria non li sa più sentire.

In fondo al mare troveremo
corpi di clandestini
e per terra
bambini che vendono rose.
 

*

La mia è l'anarchia pulita
di un campo di neve
o l'invidia estiva
per un chicco di grano:
siamo bambole bianche
con un fucile in mano.
 

*

Guardalo Dio a far cucire una scarpa
slegando i suoi cani.

Dio chiedilo a lui
che non ha da dormire.

Ma Dio è bruciato
in un sottopassaggio.

Dio chiedilo a lui
che non ha da camminare.

Ma Dio è esploso
su una bambola.

Dio chiedilo a lui
Che non ha da mangiare.

Ma Dio salva
la nostra anima.