"L'area di Broca", XXIX-XXX, 76-77, 2002-2003
CONTRO
Luigi Di Ruscio
Due poesie
*
L'ultima poesia iscritta tanto faticosamente
riprendere fiato ad ogni parola
squadrare sul vocabolario quella parola introvabile
il tutto era così luminoso intatto e mi sentivo sporco contaminato
non facevo che immergermi nella vasca
tutta quella neve esposta ad un sole precoce
tutta questa gente esposta alla morte
vivrai una vita immortale solo se vivi continuamente nel consueto nell'ovvio
muore chi è veramente vivo ed è continuamente nell'irripetibile
le ripetizioni l'ovvio il consueto sono cose senza tempo eterne
chi vive veramente è in una estrema fragilità
il miracolo è avvenuto la cosa non sarà più ripetuta
appena si è mostrata è finita per sempre
*
i padri et madri stavano a guardarci con le bocche squamate
sognavo solo di poter lavorare per sempre il ferro eterno duraturo
speculavo per una poesia che sia veramente quella che vi meritate
e che potesse bastare un verso per fulminarvi tutti
e i grattacieli si copriranno improvvisamente di licheni spumosi
gli asfalti inizieranno fioriture che richiameranno gli insetti più luminosi
nessun gatto rischierà di venire castrato
il paradiso sulla terra inizierà appena sparirà l'ultimo uomo