"L'area di Broca", XXIX-XXX, 76-77, 2002-2003
CONTRO
Alessandro Franci
Pesanti leggerezze
(contro i sì e contro i no)
Se la maestra doveva uscire, ordinava ad un alunno (in mancanza del capoclasse al "più bravo") di annotare i nomi di coloro che si sarebbero comportati male durante la sua assenza. Il più bravo (il capoclasse) tracciava con il gesso bianco un segno netto verticale, dividendo la lavagna in due metà, una destinata ai buoni, l'altra ai cattivi.
Due brevi precisazioni. Prima precisazione: è fondamentale che tale compito sia svolto dal più bravo, oppure dal capoclasse, poiché essi rappresentano, in assenza della massima autorità (la maestra), una sorta di vice autorità; è privo di senso, infatti, far decidere la sorte di qualcuno da qualcun altro che non rappresenti alcuna autorità. È solo l'autorità (o chi ne fa le veci) che decide. Ma perché il capoclasse o il più bravo sono entrambi vice autorità? La logica è questa: per quanto riguarda il capoclasse, lo dice la parola stessa. Il più bravo perché esegue diligentemente gli ordini che gli sono stati impartiti. Talvolta la figura del capoclasse e quella del più bravo coincidono. Fine della prima precisazione.
Seconda precisazione: il "più bravo" deve aspirare a svolgere i compiti precipui dal capoclasse; le suddette funzioni, più attinenti a quelle del docente, anziché a quelle del discente, avvicinano la categoria, se pure per un tempo determinato, dei "giudicati" a quella dei "giudicanti". Fine della seconda precisazione.
Poteva succedere che tra tutti gli alunni vi fossero coloro che per fretta o disattenzione del vice autorità, oppure perché non erano cattivi o buoni a sufficienza (almeno ad insindacabile giudizio dei vice autorità di turno) rimanessero fuori da entrambi gli elenchi.
Questi né buoni né cattivi non costituivano un problema. Ma in che senso? Nel senso che la loro presenza, nel contesto di un sistema diviso in due opposte categorie, non aveva peso, oppure ne aveva ma trascurabile, o ancora aveva un peso né più né meno rilevante degli appartenenti ai due ordini contrapposti. Questo significa che costoro, né particolarmente in- clini al Male, né però dediti in modo particolare al Bene, avessero comunque (cioè nel silenzio, o nell'assenza - nel caso della lavagna - dalle due distinte tipologie) una loro dignità. Oggi invece, secondo un'opinione (lieve, lieve) sempre più comune, non hanno valore, oppure sono ignorati, o ancora hanno valore e per questo sono ignorati: bisogna schierarsi senza se e senza ma; sì o no. Non c'è tempo (intelligenza, ragione, acume) per i distinguo; al vaglio rimangono soltanto due possibilità: Guelfi o Ghibellini. Se non sei fra i sì, oppure fra i no la tua ragione si vanifica. Che succede dunque? Succede che, alcuni, colpiti dalla nota sindrome di Peter Pan, preferiscono restare bambini, ma (avendone anagraficamente - se non proprio intellettualmente - l'età) allo stesso tempo vorrebbero pure sostituirsi alla maestra. Continuano così a rigare lavagne immaginarie, stilando liste di buoni e di cattivi.
Ma chi proprio buono non è, e ancora cattivo neanche, e soprattutto veramente buono o veramente cattivo non intende diventarlo mai, cosa fa? Dove va? Con chi sta? Semplice: lo si ammette d'ufficio, a seconda della convenienza, nei buoni o nei cattivi, così sarà uno schierato coatto; a volte senza accorgersene. E tutto questo anche per temi che non necessitano di esasperati punti di vista: pioverà o sarà bel tempo? Vai al mare o in montagna? Mi ami o no?
Non allarmano gli pseudo nostalgici furbi Peter Pan, allarma casomai il successo dello stile strumentale da loro propugnato: il dilagante dividere lavagne, schierare truppe, contrapporre il male al bene, i sì ai no, i buoni ai cattivi, ignorando, come talvolta facevano soltanto i vice autorità di quella classe, i né buoni né cattivi, le sfumature, i quasi, i forse, le incertezze, il discutiamone.
È evidente la tecnica asservita all'unico scopo di costringere alle proprie ragioni coloro i quali le ragioni le hanno chiare, da parte di quelli (i nostalgico furbi pseudo Peter Pan) che le ragioni sono costretti a inventarsele, dal momento che non ne hanno per nulla, anzi sono ben altre da quelle artificiosamente dichiarate.
Tale turpe apparato ha mostrato tutta la sua pesante leggerezza recentemente, durante l'ennesima guerra (partorita peraltro dal medesimo dissoluto procedimento) sia sulle pagine di molti quotidiani anche autorevoli, come si dice, (ma chi lo dice?) e nel corso di dibattiti televisivi sorti ogni dove come Amanitae Phalloides in una fungaia buona, dove i soliti pseudo Peter Pan nostalgici, giocavano ad un gioco idiota con giocatori consapevoli, cioè: non se la guerra fosse stata necessaria o meno, oppure legittima o illegittima, (opinioni per le quali un esperto pronto a discuterne - nonostante tutto - si trova sempre) ma se (visto che nel frattempo la guerra era in atto) se fosse stato giusto stare con gli americani oppure con gli iracheni, come si fosse trattato del derby Milan Inter.
Abolire una categoria non è cosa da poco, ne restano soltanto altre due; alla successiva eliminazione, il gioco è fatto. E chi sarà il prossimo ad essere nominato, il Male o il Bene?