Indice L'area di Broca
 
L'Area di Broca
Indice n.78-79
 

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"L'area di Broca", XXX-XXXI, 78-79, 2003-2004

Cinema / video / TV

 

In ricordo di Giovanna Sicari
 

   Non ho mai conosciuto di persona Giovanna Sicari. Frequento ormai pochissimo Roma (ed altrettanto Milano); lei non credo fosse venuta negli ultimi anni a Firenze (almeno in occasioni pubbliche, culturali, voglio dire). Dunque, purtroppo, nessun incontro personale. Epistolarmente, invece, umani e poetici scambi tra noi ce ne sono stati, e significativi, per via del suo bel lavoro di poeta, per qualche collaborazione a "L’area di Broca", oltre al fatto che lei era la moglie di Milo, Milo De Angelis, cui mi lega "da sempre" amicizia e stima, che credo superino distanze geografiche e anni di non-incontri.
   Giovanna Sicari ci ha lasciati, così giovane com’era, così forte e schiva come la si poteva leggere nei suoi versi, attraverso le sue parole, la sua viva umanità, che rimpiango di non aver potuto direttamente conoscere, incontrare. Giovanna era (è) una di quelle voci poetiche non chiassose, non spettacolari, appartate: una voce di donna-poeta che mancherà molto anche alla poesia, troppo affollata di protagonisti, di "prime donne", di personaggi spesso solo autoreferenziali, se non di veri e propri bluff, di affaccendati e faccendieri…
   Come ricordarla se non anche attraverso una sua poesia, un testo dei primissimi anni Ottanta, che credo sia tuttora inedito e che Giovanna mi aveva inviato tempo fa assieme ad altri suoi lavori? Avevo messo da parte queste preziose pagine. Quando, dolorosamente, ho saputo della sua morte, le ho rilette con grande commozione.
   Vorrei qua proporre questo inedito a suo ricordo e in omaggio all’autenticità della sua voce.

(Mariella Bettarini)
 

Giovanna Sicari

Poste d’aria

La mia posta d’aria è un sole
che brucia: fin dal mattino
sono arrivate le piogge, le lettere,
la posta è sospesa, da questa strada
in bilico aspetta: nasceranno erbe,
cresceranno salici, quale processo si farà,
quale prezzo questi fogli, dove
quel piacere senza desiderio, solo
limpido, solo aria. Cerca la giusta
qualità: non è portentosa la formula
il nostro pane spento come sasso
come sasso, come sesso la bimba
la bimba, la mia bimba spiritosa
che cantava e ballava e sorrideva
a ogni comparsa fresco fresco ogni
filo d’erba. Ora da dove iniziare,
come camminare, fratelli miei
fratelli dolci, fratelli miei gagliardi
stendardi, muraglia, pallini, monili
merletti, superflui monili:
avete amore per me? Mai divisi
mai legarsi invano
chi di voi verserà gocce sulle ferite,
così che si possa guarire, guarire…

All’hotel c’erano tutti, sotto il cielo di pura fiandra
- le foglie rosse, la campagna, noi due
presi solo dalla memoria con la certezza della corsa
e della fede misteriosa. Com’era cara quella neve scesa
non so perché sul Gianicolo, gialla quella passione
che spuntava col gallo e con le aiuole
la neve benedetta bruciava come il sole
come un razzo scendeva dalle nostre nuvole ammantate
e sfrontava di celestino e sfondava tutta la tenera vita.
 

Giovanna Sicari, nata a Taranto nel 1954, è vissuta a Roma dall’età di otto anni. Ha insegnato al Penitenziario di Rebibbia per 11 anni. Decisioni (Quaderni di Barbablù, Siena 1986), è il suo primo libro di poesia, cui hanno seguito altri nove volumi, l’ultimo dei quali La legge e l’estasi (Quaderni del battello Ebbro, 1999). Ha collaborato a numerose riviste. Dal 1985 all’89 è stata redattrice delle rivista "Arsenale". Il suo ultimo libro è di saggistica: Milano nei passi di Franco Loi (Unicopoli libri 2002). Viveva a Milano. E’ morta nel dicembre 2003.
 


 
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