"L'area di Broca", XXXI-XXXII, 80-81, 2004-2005
Numeri, numeri...
Francesco Giusti
Il sogno di Fibonacci
I numeri s’avvolgono ordinati
i numeri hanno una virtù
che non consola il mondo
un’apparente successione organizzata
di momenti, di correnti,
due millimetri tra i corpi, tre anni
prima o cinque giorni dopo,
numeri tradotti a parole
oggi s’ingaggiano in un rincorrersi
di forze in concorrenza,
nell’illusione del possesso
occasionale, i numeri hanno
un mondo in trasparenza e non compare
sulle carte, la poesia non lo trattiene,
né la formula, inarrestabile
un mondo che non conosce i cinque sensi
un albero maestro di figure infinite
moltiplicabili a piacere, a piacere sì
ma non il nostro, di quell’assenza
che prevede il non diversamente da così
orizzonte organizzato al minimo
dettaglio decimale
il nuovo mondo millenario ha avuto
un centinaio o poco più
di Cristofori Colombo senza darne
una mappa geografica e rigidi confini
e stati e città, regni o repubbliche.
Confini fatti e disfatti all’occorrenza
manca appena qualche passo avanti
o passo indietro, di un nanometro
dopo la virgola, e sentieri di serie
e sinusoidi scolpiti
come il letto di un fiume
e disegnati da un compasso,
perfetti senza l’incertezza
che è del tratto sul foglio o la lavagna,
segmenti esaminati in viaggio
verso mete irraggiungibili davvero
sfumano per un difetto che è dell’occhio umano
non della presenza.
Sfiorata da quell’alternarsi appena
d’incertezza che è il ricordo mio/tuo
in contraddizione, dalla mia/tua
volontà di rimanere.