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Il Portaborse
Sceneggiatura di Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Daniele Lucchetti
Regia di Daniele Lucchetti (1991)
Prima parte
Nota - Quella che segue è la trascrizione dei dialoghi del film ed è qui proposta a solo uso didattico. Ai colleghi insegnanti che vorranno utilizzarla consigliamo caldamente di procurarsi anche il DVD del film (Warner Home Video) con i sottotitoli in italiano.
Scena 1
Costiera Amalfitana. Casa Luciano e strada - Esterno/Interno giorno
Luciano: Che cosa c'è?
Turista: E' possibile di visitare il palazzo?
Luciano: No, non si può, è chiuso!
Turista: Come: "E' chiuso"? Ma è scritto qui che possiamo vedere...
Luciano: Non me ne importa niente di quello che dice la guida. Il palazzo è pericolante, le Belle Arti se ne fregano e qui intanto crolla tutto! Andate via, va'!
Scena 2
Chiesa - Interno giorno
Luciano: ...Ho fatto fare dei lavori di rinforzo, ma non basta... Bisogna fare delle iniezioni di cemento armato e rifare tutte le fondamenta... Eh, ci vogliono un sacco di soldi! Guardi...
Sartorio: Hai fatto morire il protagonista... Questo non me l'avevi detto!
Luciano: Ah, sì, mi scusi Sartorio, lo so che è il suo romanzo autobiografico.
Sartorio: Mi piacciono i finali tristi... Assomigliano alla mia vita.
Luciano: Ecco, se lei mi dà questa cifra, io le scrivo: il saggio su Caligola, tre romanzi, e tutti gli articoli di fondo del martedì sul Corriere della sera... Però ho bisogno di un anticipo, subito!
Sartorio: No! Adesso sto bene. Sento che ce la faccio a ricominciare.
Luciano: No, no, no, dottore, lei sta malissimo. Lei trema, piange in continuazione. Non è in grado di continuare a scrivere!
Sartorio: Arrivederci.
Luciano: Dove va?!
Come: "Arrivederci"? E non può scaricarmi così! Io le ho scritto tre romanzi!
Scena 3
Orte. Strada antistante stazione - Esterno sera
Scena 4
Orte. Albergo. Hall - Interno sera
Proprietaria: Buonasera signor Luciano, come sta?
Luciano: E come sto, come sto... Il treno ha fatto tre ore di ritardo! E' già arrivata?
Proprietaria: Sì, da parecchio.
Luciano: Come sto? Come sto? ... Come faccio a stare bene, eh, con tutti questi rumori? E' questa l'ora di fare le pulizie, eh? E' questa?
Scena 5
Orte. Albergo. Stanza - Interno sera
Luciano: Come va, eh? Ti senti bene?
Irene: Guarda che tende! Come si fa, come si fa a fare un bambino in un posto simile?... Non viene!
Luciano: Senti, allora lasciamo perdere!
Irene: Perché è colpa mia se ci troviamo di corsa, a metà strada, coi minuti contati, vero?
Luciano: Ed è colpa mia se tu abiti a Bergamo?!
Irene: Perché non ci riproviamo nelle gite scolastiche, eh? Io mi sento più tranquilla...
Luciano: E no, perché là non sono tranquillo io! Perché là passo le notti in bianco a cercare di evitare che i figli vengano a loro, a quei disgraziati dei nostri alunni!... A proposito, Bortoli come sta?
Irene: Eh, Bortoli... E' scappato di nuovo, a tre giorni dal matrimonio! Non lo trovano più.
Luciano: No! E la Federici che dice?
Irene: Federici dice che è colpa tua, perché non dovevi portarlo alla settimana bianca... Era un ripetente, e tu lo sapevi!
Luciano: E già! Adesso non lo dovevo bocciare... Quello non sapeva niente!
Irene: Bianciardi ha avuto un bambino.
Luciano: Sì?
Irene: Mmh...
Luciano: Anche Vaccaro. Che giorno?
Irene: Il sette.
Luciano: Vaccaro l'otto. Questo vuol dire... che l'hanno fatto tutti e due alla gita per la riapertura degli Uffizi.
Scena 6
Orte. Albergo. Hall - Interno notte
Luciano: Ci siamo lasciati. Stavolta è per sempre. Non si può stare insieme a ottocento chilometri di distanza! Quant'è?
Scena 7
Costiera Amalfitana. Liceo. Aula e corridoio - Interno giorno
Ragazzo: Professore, ma me lo sta scrivendo tutto... Il tema è mio!
Luciano: E per forza! Guarda qua che scrivi: "Oggi in Italia, a differenza dell'antica Grecia, la democrazia è in mano a una banda di ladri che agisce indisturbata da quarant'anni..." Banda di ladri?!
Ragazzo: Lo scrive pure il giornale...
Luciano: Quale giornale?
Ragazzo: Quello che compro io!
Luciano: To', a posto. Vai!
Ragazzo: Professo', quattro! Esagerato!
Luciano: E quattro pure a Maretta, che a quanto pare legge lo stesso giornale. Ma chi è questo giornalista che scrive questa roba?
Maretta: Francesco Sanna. E' bravissimo!
Luciano: Francesco Sanna, ancora lui? Insomma, è possibile che in questa classe ci siete solamente voi due che vi occupate di politica e questo qui vi deve mettere in mente queste stupidaggini?! Insomma, ve l'ho detto migliaia di volte: a me non importa quello che leggete o cosa pensate; l'importante è che poi, nei temi, non mi scriviate banalità o luoghi comuni. Andate oltre!!
Gli altri, poi... Ho dato tre temi. Ci fosse stato uno che avesse scelto il tema sulla poesia! Tutto questo è molto triste...
Serena: Ma lei ci ha dato una poesia di Carlo Sperati. E' un minore. Sull'antologia ci ha solo tre righe...
Luciano: Sperati è un grandissimo poeta. E' l'ultimo esponente di quel filone della poesia italiana che parte da Francesco con Laudato si' mi' Signore... scende fino a Folgore da San Gimignano... giù giù per arrivare a Lorenzo il Magnifico...
Preside: Mi scusi, professore. Venga un attimo.
Luciano: Buongiorno, signor preside.
Preside: Buongiorno. Il dottor Polline...
Luciano: Piacere.
Preside: ...segretario particolare del ministro Botero.
Luciano: Botero... Partecipazioni Statali?
Polline: Cesare Botero, il più giovane ministro d'Italia, sì.
Preside: E' qui in città e... vorrebbe conoscerla.
Luciano: A me?
Polline: Sì. E subito.
Luciano: Subito?
Mi raccomando ragazzi, state tranquilli, eh? Torno subito.
Studente: Sì, sì, professo'. Faccia con comodo.
Scena 8
Grande albergo. Suite di Botero - Interno giorno
Guardia del corpo: Chi è?
Polline: Noi.
Quanto bisogna aspettare?
Venga, venga.
Aspettiamo un attimo qui, eh?
Gola: Piacere, Remo Gola.
Luciano: Piacere.
Tramonti: E io sono... Sebastiano Tramonti. Mi dicono che lei scrive benissimo. Bravo. Così giovane...
Luciano: No, guardi, è strano, perché io non ho mai pubblicato nulla. Per cui non so...
Gola: Non faccia il modesto. Abbiamo letto tutto.
Juliette: Io ho letto tutto.
I romanzi, gli articoli sul "Corriere della sera", le terze pagine... Tutto in italiano. Mi chiamo Juliette.
Ho trovato quello che lei scrive assolutamente geniale.
Luciano: Grazie.
Adriana: Andiamo?
Juliette: Ministro, questo è Luciano.
Medico: Tutto a posto.
Botero: Va bene.
Luciano, che libro sta leggendo? Faccia vedere. Carlo Sperati... Poesie... Ma non era morto Sperati?
Luciano: No.
Botero: Sa che io non ho mai letto un libro tutto intero in vita mia? Mai! Però le introduzioni, i risvolti di copertina, le prefazioni... Eh, quelle non le ho dimenticate, eh?! Non ho dimenticato niente.
Poesie!
Lei lavora per Sartorio, vero? E' lui che ci ha parlato di lei. Lavora anche per Sartorio... Mi ha colpito molto quel pezzo sull'inutilità dei giornali di partito. Era molto bello.
Luciano: Be', io, però, parlavo soprattutto del suo giornale di partito...
Botero: Be', pensava che non l'avessi capito? Chi può leggere un obbrobrio simile?!
Ci siamo appena conosciuti... e già si parte! Bisogna essere pronti. Ci sono le elezioni anticipate!
Luciano: Le elezioni? E non è mica caduto il Governo...
Botero: No, non è caduto il Governo.
Scena 9
Grande albergo e strada antistante - Interno/Esterno giorno
Botero: Va bene. Arrivederci. A presto, eh?
Luciano: Be', ma non mi voleva parlare?
Gola: Di' un po': tu quanto vuoi per scrivere qualche... discorso per il Ministro? Tu come vai, a pagina, a ore, a quinterni? Come ti fai pagare?
Luciano: Senta...
Io... ho bisogno di questa... cifra, perché la... casa della mia famiglia sta crollando.
Gola: Ci vediamo domani a Roma. Un paio di giorni di prova e poi il Ministro deciderà.
Luciano: No, no, domani a Roma non posso. Sa, siamo alla fine dell'anno scolastico. I miei ragazzi ci hanno l'esame di maturità.
Gola: Sei una lenza, tu! Ci vediamo a Roma.
Luciano: No, guardi, veramente, non posso...
Scena 10
Roma. Ministero delle Partecipazioni Statali. Uffici e stanza riunioni - Interno giorno
Gola: Bello, eh? Barocco! Il Ministro che c'era prima era fissato!
Luciano: Guardi che non è barocco. Questo è un divisionista.
Gola: Ah! Per me so' tutti uguali, come i froci. Ecco qua.
Queste...sono le chiavi di casa. T'accompagna Juliette. Firma qui. E i soldi li ritiri direttamente alla cassa del Ministero, al quarto piano.
Luciano: Perché, lavoro per il Ministero?
Gola: No. Lavori per Botero. Ma paga il ministero...
Luciano: No, non ho capito bene...
Gola: Ho capito. Non ti va di fare le scale a piedi. Vieni con me, vieni. Vieni!
Luciano: No, ma che fa?
Gola: Ma dai... Per le prime spese!
Luciano: Be', grazie
Gola: Ma che grazie! I fessi dicono grazie.
Juliette: Ecco, qui c'è tutto. Guarda per primo questo nastro qui. E' di tre anni fa, quando Botero ha parlato alla Camera per quattordici ore di seguito...
Scena 11
Roma. Appartamento Luciano. Salotto - Esterno/Interno sera
Botero: Signori, il successo politico costa, e se qualcuno pensa di piegarmi alle leggi della convenienza, alle leggi del trasformismo e dell'opportunismo, ebbene questo qualcuno - che da mesi non fa altro che legiferare sul prezzo del miele industriale, sul colore delle strisce pedonali, sulle scuole di flauto traverso e di flauto dolce, sulla pericolosità delle cacche dei piccioni nei nostri centri storici - ecco, questo qualcuno si dovrà ricredere. Ecco, io preferisco uomini brillanti ed estrosi, anche se un po' mascalzoni, a uomini grigi, noiosi, ma onesti. Perché, alla fine, il grigiore, la noia, e anche l'eccessiva onestà, faranno senz'altro più danni al paese.
Scena 12
Roma. Ministero. Stanza riunioni - Interno giorno
Botero: Tra un'ora la mia proposta di ristrutturazione delle aziende del polo chimico sarà sottoposta al vaglio dei ministeri economici. Federico Castri, Ministro delle Finanze, farà di tutto per bloccarla.
Ecco, là fuori ci sono quaranta giornalisti che aspettano una mia dichiarazione che dovrà essere efficace e inattaccabile... E questa qui non lo è.
Tramonti: Ci ho lavorato tutto il giorno... Praticamente, meglio di così, Cesare, non è che possa...
Botero: Non ti devi giustificare. Capita. Voi che dite?
Gola: Mah, io i giornalisti li eviterei: se t'incazzi, perdi alleati; se sei moscio, ti dimostri debole e vai sotto lo stesso, no? Mandaci lui, là fuori.
Polline: Sì. Forse è meglio che ci vado io...
Botero: Adriana?
Adriana: Se dobbiamo dare notizie ai giornalisti, è un conto; se dobbiamo lanciare un messaggio alla nazione...
Botero: Forza Adriana, forza! Non si perda, venga al dunque, eh!
Adriana: Secondo me quello che ha scritto Tramonti va abbastanza bene.
Botero: Abbastanza... Sì o no?
Adriana: Ma sì, sì.
Botero: Juliette?
Juliette: C'è bisogno di questa dichiarazione ai giornali?
Botero: Sì, c'è bisogno. Lei vuole esprimere la sua opinione, oppure non si sente ancora pronto?
Luciano: Be', a me non piace.
Botero: Sia un po' meno generico.
Luciano: No, è contorto... Alcune parole ricorrono in maniera ossessiva. Per esempio: "modernizzazione". Eh! C'è quattro volte in tre righe! Io a scuola, dopo la terza volta lo segno errore blu. Fa un voto in meno.
Botero: Sì. Ha delle proposte?
Luciano: Mah, ci vorrebbe uno scatto di orgoglio...
Tramonti: E lo dice a me, che adoro Cicerone?
Botero: E allora, Luciano, secondo lei cosa dovrei dire?
Luciano: Ma, non so... qualcosa di più semplice, di più... Per esempio...
Ecco: "Questa legge è giusta. Lo sanno tutti. Però molti fingono di non saperlo: sono gli ingiusti. Essi hanno un punto di riferimento: il Ministro delle Finanze Federico Castri. Questa legge disturba il suo sistema di potere, vecchio, clientelare, superato. E' un buon motivo per difenderla. E io lo farò. Con tutte le mie forze!"
Botero: Non va bene, è troppo diretto. Grazie a tutti.
Luciano: Be', allora potrebbe dire: "Io sono come le giraffe. Guardo bene le cose lontane, ma fatico a guardare in basso. Per cui, nessuna dichiarazione prima che il... i ministri... economici decidano...
Sah! Sah! Prova. Sah!
Scena 13
Roma. Casa Botero. Bagno, studio e salotto - Interno pomeriggio
Botero: Le vede queste due rughe qui, intorno al naso? Sono per la felicità, per quanto ho riso in vita mia.
Eppure uno dei sogni più frequenti che faccio, lo sa qual è? Mi guardo allo specchio e nello specchio non c'è niente.
Sa di chi è questa frase? Andy Warhol.
Ecco, vede... per moltissimi anni sono stato io il "giovane": giovane dirigente di partito, deputato, giovane ministro...
Ecco Gabriele.
Però quando penso che loro tra qualche anno prenderanno il nostro posto... Eh, mi prende un'invidia terribile.
Moglie Botero: E' da molto che lavora con Cesare?
Luciano: Da stamattina. E ancora non ho capito bene che cosa devo fare.
Moglie Botero: Si rassegni. Lo capirà stando con lui. Ma tenga presente solo una cosa: per lui tutto è importante.
E non si fidi mai. Anche quando sembra distratto, nota tutto, vede tutto, non gli sfugge niente.
E naturalmente è anche un po' pazzo. Quella cosa che ha detto prima in radio sulle giraffe, era straordinaria, no?
Luciano: Eh sì.
Moglie Botero: Dove vai vestito da Ministro?
Botero: Eh, andiamo in televisione. A fare un po' a pugni. La mia legge non è passata.
Moglie Botero: Mi dispiace.
Botero: A me no.
Scena 14
Roma. Studio televisivo e cabina di regia - Interno sera
Assistente di studio: Prego. Lei dovrebbe sedere qui.
Sanna: Ah!... E non mi piace. Vado là. Ecco... Ecco, questa gira.
Assistente di studio: Lì... non è possibile. C'è il Ministro.
Sanna: Va be'! Mettiamo questa qua là, e quella lì la mettiamo qua.
Luciano: E' lui?
Botero: Sì, è lui. Tutto molto buono questo che hai scritto, eh? Poi la Bibbia funziona sempre... E questa cosa qui dell'arbitro, è molto divertente... Un arbitro di serie C, diciamo, eh? E' più... più simpatico.
Botero: Sono sicuro che tra poco in trasmissione chiederà le mie dimissioni.
Luciano: Ma io a questo non avevo pensato.
Botero: E va bene. Ci ho pensato io.
Sanna: Ministro Botero, che cosa mi dice degli archivi elettorali? E' vero che i suoi elettori vengono schedati e catalogati a seconda delle richieste e dei favori che lei accorda loro... in cambio del voto, o meglio, di un pacchetto di voti?
Botero: Non so di cosa sta parlando.
Sanna: No, eh?
Botero: No.
Sanna: Eh, io non le credo!
Botero: La cosa mi lascia del tutto indifferente.
Sanna: Castri le boccia la 1egge. Io le chiedo: ma non state al Governo insieme?
Botero: Ma, guardi, in qualche parte della Bibbia sta scritto: "Dio abbandonò il mondo alle discussioni"... E' quello che credo di aver fatto anch'io.
Sanna: Ma cosa c'entra la Bibbia, adesso? Cosa c'entra la Bibbia?
Botero: Vede, Castri ha sostenuto che la mia legge non aveva le carte in regola. La verità è che la mia legge disturbava quanti, nel Governo, preferiscono le chiacchiere ai fatti!
Sanna: I fatti, eh?
Botero: Ai fatti, sì.
Sanna: E quali fatti? Questi! Mandare duemila operai in cassa integrazione a zero ore! Vendere due terzi del patrimonio immobiliare del polo chimico a privati e creare una holding con una multinazionale canadese al cinquanta per cento? Sono questi i fatti! Questi qui sono i fatti, signor Ministro!
Botero: Non alzi la voce... Non alzi la voce, sa perché? Perché io da ragazzo facevo l'arbitro di calcio in serie C, e quando duemila persone mi gridavano: "Boia!", io rimanevo impassibile. Quindi si figuri se mi lascio impressionare da uno come lei!
Sanna: Ma allora perché, visto che Castri le ha fatto lo sgambetto, lei non si dimette? Perché non lo fa?
Botero: L'ho già fatto. Un'ora fa la mia lettera è stata recapitata al Presidente del Consiglio.
Sanna: No... No, caro signor Ministro, lei non si dimette sul serio.
Botero: Ah, no?
Sanna: No. Lei vuole andare alle prossime elezioni con le mani libere, per avere la possibilità di essere rieletto con un maggior potere di contrattazione...
Botero: Queste son chiacchiere... Eh, le solite chiacchiere!
Sanna: Ah, queste son le solite chiacchiere?
Botero: Son le solite chiacchiere, queste, sì.
Sanna: E va be'. E va be', se son le solite chiacchiere, io non parlo più.
Io resto qui così, fino alla fine del tempo che ci è concesso!
Botero: Allora non parla più?
Be', fa bene, però, Sanna, eh? Perché, tanto - parlate o non parlate - è la stessa cosa. A voi la parola l'ha tolta la Storia, eh!...
Scena 15
Roma. Night club - Interno notte
Gola: Funziona il professore?
Botero: Funziona, funziona... Allora, questo decreto legge?
Polline: Non è ancora pronto.
Botero: Ma dico, uno fa un decreto legge perché ha fretta, e voi ci mettete una settimana! Poi dicono che le istituzioni sono lente. Sei tu che sei lento! Luciano, allora, com'è questa politica vista dal di dentro, eh?
Luciano: Pensavo si svolgesse un po' più nelle sezioni.
Botero: Le sezioni! Ma che m'importa delle sezioni?! Che siamo, agli anni '50?
Un brindisi a Valerio Polline, numero due nella lista del partito, insieme a me, a Mantova, dove andremo a sfidare Castri, a casa sua.
E un altro brindisi a Sebastiano Tramonti, a parziale risarcimento di questi ultimi anni, per lui noiosissimi, passati accanto a me, lontano dalla sua amata provincia e dai suoi libri. A colui che mi ha insegnato ad amare la politica e a lottare per il cambiamento.
Sebastiano, volevo farti Direttore Generale dell'Ente Gestione Cinema. Poi mi hanno detto che il cinema è morto.
E allora... salutiamo il nuovo Commissario Straordinario delle Aziende Chimiche del Gruppo pubblico.
Polline: Evviva! Evviva!
Tramonti: Le aziende chimiche? Eh, Cesare, io proprio non... Lasciami tornare a casa...
Botero: E un ultimo brindisi a Luciano, che - spero degnamente - sostituirà l'insostituibile Sebastiano.
Adriana: Complimenti, Luciano. Bravo.
Luciano: Eh... Questo non gliel'ho scritto io, eh!
Scena 16
Roma. Appartamento Luciano. Scale e pianerottolo - Interno mattina
Irene: Luciano!
Luciano: Irene... Se non venivi tu, venivo io...
Irene: Ma come mai torni così tardi?
Luciano: Be', abbiamo lavorato fino adesso... Al night.
Irene: Ah, prima ho visto... E' rientrata.
Luciano: Chi?
Irene: Come si chiama?...
Luciano: Ah, Juliette.
Irene: Eh. Be', adesso sono più tranquilla.
Luciano: Perché?
Irene: Perché è troppo bella per te.
Scena 17
Roma. Appartamento Luciano - Interno giorno
Luciano: Sono un genio! Ho troppe idee!
Irene: E se ne adottassimo uno?
Luciano: Di che?
Scena 18
Costiera Amalfitana - Esterno giorno
Scena 19
Costiera Amalfitana. Liceo - Esterno giorno
Studenti: Signor Preside! Signor Preside! Che cos'è, signor Preside? Andiamo a vedere. Andiamo, andiamo.
Scena 20
Costiera Amalfitana. Liceo. Aula - Interno giorno
Luciano: "Questa è la mia lettera al mondo, che non ha mai scritto a me". Così inizia una delle grandi liriche di Emily Dickinsom, vi ricordate? Ci abbiamo dedicato tre lezioni. E io sul registro ho scritto che avevamo parlato di Vittorio Alfieri, che vi avevo risparmiato... Mi sarebbe piaciuto continuare così. Avrei voluto parlarvi delle sorelle Brontë al posto di Giacomo Zanella, di Moby Dick al posto di Traversando la Maremma toscana. Rimbaud, al posto di quel trombone di D'Annunzio... Anche questo è colpa mia e anche di questo vi chiedo nuovamente scusa. Ma la mia casa sta crollando! Al primo piano c'è una stanza dove per una notte ci ha dormito Carlo Pisacane. Nella cristalliera mia madre ha conservato una tazzina dove nel 1941 ci ha bevuto il caffè Benedetto Croce! Io non vi chiedo di perdonarmi, ma almeno di capirmi!!
Scena 21
Villa nei dintorni di Roma - Esterno giorno
Luciano: Oh, oooh!... Piano! Piano! Sono io!... Ahiaaa!
Gola: Basta, basta, ragazzi. Lasciatelo stare!
Fatto buon viaggio?
Juliette: Ah, ecco Luciano.
Luciano: Ciao.
Gola: Ti piace? L'ho comprata due anni fa, è stato un affare.
Luciano: Molto bella. Sembra un falansterio.
Gola: Che sembra?
Luciano: Una società ideale, secondo il progetto del grande filosofo Fourier.
Scena 22
Villa. Salotto - interno giorno
Castri: Trent'anni di attività, non proprio quieta, di battaglie politiche e di governo, non sono riusciti a fare di me un uomo di potere. Perché io so di non essere libero, so di dover rispondere a qualcuno, da cui tutti i giorni attendo suggerimenti, consigli. Tutte le mattine, prima di iniziare la mia giornata, io vengo qui, nella Sua casa. Per ritrovarlo, per ascoltarlo, per riverirlo. Questo sono io. Federico Castri. Un uomo come tanti.
Juliette: Allora. Ti viene in mente qualcosa per attaccarlo?
Luciano: "Questo è Federico Castri. Un bugiardo come pochi." Com'è?
Juliette: Non si può. Questa è pubblicità negativa. In Italia è vietata.
Luciano: Infatti. Per questo tutti parlano bene di tutti.
Juliette: Forse.
Scena 23
Giardino della villa - Esterno pomeriggio
Juliette: Diciannove a diciassette!
Gola: Ma tu guarda, guardalo!
Polline: Chi?
Gola: Luciano. Vuole vincere!
No, Tramonti, aspetta, aspetta...
Tramonti: No, no. E lasciami, eh! No. Io devo parlare con lui.
Gola: Sì, ma non ora.
Tramonti: Io non ci ho niente con te!
Gola: Ma non è il caso.
Tramonti: Io devo assolutamente parlare con lui!!
Botero: E ventuno! Sebastiano! Allora?!...
Tramonti: E lasciami, eh!
Gola: Ma non è il caso. E non è il caso! E dai!
Botero: Che succede? Lascialo perdere, dai!...
Sebastiano...
Tramonti: Cesare...
Botero: Parliamo...
Tramonti: Guarda, io... Io ci ho pensato a quel posto lì...
Botero: Sì...
Tramonti: Ma io non sono capace, io non sono adatto.
Botero: Ma ti faccio Commissario Straordinario al polo chimico, e tu ti lamenti?
Tramonti: Ma che cosa ci sto a fare lì? Mi sono insediato ieri e già il... Presidente, il Direttore Generale, il vicedirettore, m'hanno fatto capire chiaramente che tutto viene riferito a te.
Botero: Certo!
Scena 24
Roma. Appartamento Luciano. Terrazzo -Esterno giorno
Luciano: La terza F dell'85-86, quella sì era una bella classe! Adamo, Amedei, Anguilla, Cozzolino, Basili, Bifoli, Di Benedetto, Fischio, Fitta, Giuffrida, Jacopini, Lo Schiavo, Pacchi, Pesci, Pini, Pistone, Sopranzi, Vona, Zipoli e Zollo.
Anguilla era innamorata pazza di Zollo. Ma lui niente, non se n'è mai accorto. Così, all'Abetone, è finita in tenda con Sopranzi. Eh, Zollo... Un grande!
Sorpresa! Sai cosa sono questi?
Sono i Codici Saturniani.
Irene: No. E' impossibile. Sono al restauro, li ho chiesti almeno dieci volte. Non si possono consultare.
Luciano: Eh! Io li ho chiesti una volta sola, a nome del Ministro!
Guarda...
Scena 25
Elicottero in volo - Esterno/Interno giorno
Botero: Guardi, guardi questa meravigliosa pianura, rovinata da chi per trent'anni s'è preoccupato solo di favorire le proprie clientele!
Sanna: E dica a questo di non riprendermi! Io mi rifiuto di comparire sui vostri canali!
Botero: Eh, io non ho canali, signor giornalista.
Sanna: Ma davvero?
Botero: Ma come è facile la vita dell'opposizione! Questo non va bene, quest'altro è contro le donne, questo è contro gli operai, questo è contro le minoranze. Ci avete il nastro, ripetete sempre le stesse cose!
Questa legge è liberticida, questa legge ci riporta indietro di cinquant'anni! Eppure lei, Sanna, qualche giorno fa è stato fatto direttore di un giornale in crisi, mi sembra!
Sanna: Sì, è in crisi, ma per colpa sua.
Botero: Eh! Lei si deve rendere conto: quando c'è la crisi bisogna licenziare, ripensare, ricostruire.
Sanna: Senta, da quando ho preso in mano la direzione, quel giornale perde mille copie al giorno, lo sa? Eppure io non licenzio nessuno!
Botero: E fa bene! Così lei, in poco tempo, sarà cancellato dalla storia di questo paese.
Perderà il posto e lo farà perdere a quelli che lavorano con lei! Caro Sanna, lei è un criminale!
Scena 26
Mantova, Palazzo Tè. Sala conferenze,
giardino e cabina traduzioni - Interno/Esterno giorno
Adriana: Buongiorno a tutti. Ringraziamo l'Assessorato alla Cultura, l'Ufficio alle Pubbliche Relazioni del Comune di Mantova e tutti i colleghi della stampa estera che oggi sono voluti gentilmente intervenire...
Visto che inaspettatamente ci troviamo in campagna elettorale, il ministro Botero sarà felice di rispondere alle domande dei giornalisti stranieri sulla situazione italiana. Jana Naváková, Rudé právo. Prego!
Giornalista cecoslovacca: Pane ministre, nekterí lidé tvrdí, ze se vyhybáte uznat si porázku, kterou jste utrpél pri návrhu nového zákona. Co byste nám k tomu mohl ríci?
Juliette: Signor Ministro, qualcuno sostiene che lei intende aggirare la secca sconfitta subita dalla sua proposta di legge. Ha qualcosa da dire in proposito?
Botero: No, signora, io non intendo aggirare. Per usare la sua espressione, ho aggirato già. Ho appena firmato un decreto legge che prevede l'accordo con una grande società canadese, a cui io cedo il dieci per cento del polo chimico pubblico.
Giornalista francese: Excusez-moi, monsieur le Ministre, mais de cette façon vous perdez le dix pour cent de votre patrimoine.
Juliette: Ma così facendo voi avete perso il dieci per cento del vostro patrimonio.
Botero: Eh, sì... Produzioni sorpassate, inutili, e in perdita! Lo sa, signora, cosa produce una di queste fabbriche? Vasi da notte, di plastica ruvida, di colore grigio, e col manico! Il tutto, su un brevetto del 1947. Provi a far vedere a suo figlio uno di questi vasi da notte! Se non è tutto colorato e a forma di ippopotamo, glielo tira dietro.
Giornalista inglese: Possiamo sapere cosa producevano le altre imprese, per piacere?
Botero: Sì, ora non ho sottomano... tutta... la documentazione... Comunque, le ho detto... Sono imprese... Son produzioni sorpassate, son produzioni in perdita...
Sanna: Insomma, signor Ministro, queste aziende... sono da buttare, o no?
Juliette: Inventa qualcosa, è stanco. Stanotte non ha dormito.
Luciano: Eh, ma non mi viene in mente niente.
Botero: ...Erano da buttare...
Luciano: Ma... che profumo usi?
Juliette: Dai...
Botero: Io da ragazzo avevo una cinquecento, un'utilitaria... Ebbe', andava benissimo. Però... a ottantamila chilometri... si è cominciato a rompere tutto quanto...
Luciano: ...Motore, le sospensioni...
Botero: ...Motore, le sospensioni, il circuito elettrico... Be', ho dovuto liberarmene, eh?...
Luciano: Queste aziende pubbliche che io...
Botero: Queste aziende pubbliche che io ho ceduto sono come quella macchinetta lì. Per ora vanno bene. Però sono arrivate a settantanovemila chilometri. Tra mille chilometri, i suoi amici canadesi, forse, avranno qualche cosa da dirci.
Giornalista svedese: Alcuni colleghi di Governo - Federico Castri in particolare - la accusano di essere un commediante. Lei cosa risponde?
Botero: Se io sono un commediante, Castri è una semplice comparsa! Avete visto la sua pubblicità elettorale? Com'è che fa? "Questo sono io. Federico Castri. Un bugiardo come pochi!"
No, forse non fa così, eh? Forse è un po' diversa. Comunque il senso è quello, eh?
Scena 27
Mantova. Palazzo Te. Giardino e atrio -Esterno/Interno giorno
Botero: Allora, Sebastiano, come sono andato, eh?
Tramonti: Bene, Cesare, molto bene. Ma cos'è questa storia del dieci per cento venduto ai canadesi? Io non ne so niente.
Botero: Che dici, andiamo a pranzo a "I quattro fanti"? Maccheroni allo stracotto, eh?
Tramonti: Dove vuoi tu. Ma, spiegami, cos'è che devo firmare?
Botero: Dico, ti preoccupi? Io faccio quello che mi hai insegnato tu: cambio le cose da come sono, a come dovranno essere.
Professore! Ti ringrazio, eh, ti ringrazio. Hai visto com'è stato bravo? Tutti a pranzo, dai!
Maccheroni allo stracotto!
Tu hai molto da fare. Mi sembra che domani devi finire quel discorso, no?
Luciano: Ah, già, sì. Dimenticavo.
Botero: Buon pranzo.
Luciano: Arrivederci.
Scena 28
Mantova. Albergo. Corridoio e stanze staff Botero -Interno giorno
Luciano: Buongiorno.
Gola: Buongiorno.
Juliette: Buongiorno, telefono da parte del Ministro Botero. Lei è interessato a conoscere la nostra politica? Ha qualche consiglio o suggerimento particolare da fornirci? La ringrazio.
Luciano: Questo è il discorso per l'incontro con gli industriali di questa mattina. Che fai?
Juliette: Chiamo gli elettori. Un'idea di Adriana.
Tieni, prova. Il testo è questo.
Dai!
Luciano: Buongiorno. Telefono da parte del Ministro Botero. Lei è interessato a conoscere la nostra politica? Ha qualche cons...
Tutto il giorno così?
Juliette: Dopo un po' uno si abitua.
Polline: Io devo andar via col Ministro, abbiamo una colazione col Vescovo. Là fuori c'è un sacco di gente da ricevere. Tu sei l'unico che resta, dovresti... sostituirmi.
Luciano: Cosa devo fare?
Polline: Ascolti e non prometti niente; segna tutto, però. Per ogni richiesta apri una cartella come quella, e se c'è qualche problema consulti l'archivio elettorale.
Luciano: L'archivio? Perché, noi abbiamo un archivio elettorale?
Polline: E che siamo, più fessi degli altri, noi? Ottantanovemila schede, otto scatoloni. Sai che palle portarseli sempre dietro! Ciao!
Luciano: Buongiorno.
Scena 29
Mantova. Albergo. Stanza staff - Interno giorno
Segretario provinciale: Come sarebbe: non posso parlare con Botero? Ah! Il segretario provinciale del partito non conta proprio nulla, allora!
Luciano: Ha qualche... problema urgente?
Segretario provinciale: Qualche problema? Mille problemi! Un milione di problemi!! La Dc non rispetta le quote! Se noi gli diamo la Presidenza della Centrale del Latte, loro ci devono dare l'Azienda dei Trasporti, giusto?
Luciano: Non so...
Segretario provinciale: Sì, col cavolo! Se la tengono! Prendiamo per esempio le nomine dei consiglieri delle banche. Loro hanno ventisette presidenze, ventisette, cioè due in più di prima! Noi quante presidenze abbiamo? Otto, cioè come prima! Ammesso e non concesso che tre vicepresidenze valgono una presidenza e che due vicedirettori valgono un direttore... Ma noi abbiamo due presidenze meno di loro!
Luciano: Senta, mi può ripetere l'ultima parte, per favore?
Dirigente sanitario: Vede, questo è l'elenco degli anziani ricoverati nei nostri reparti ospedalieri. Circa quattromila ospiti. Tutti voti che alle passate elezioni sono andati a Castri, ma che possono cambiare bandiera.
Luciano: Lei vuol dire che può convincere questi ricoverati a votare per Botero?
Luciano: E come fa?
Dirigente sanitario: Con le buone!
Luciano: Eh no... voglio dire, come fa a essere così sicuro che poi, nel segreto dell'urna, queste persone...
Dirigente sanitario: Ma no! Quale segreto. Guardi, è matematico. Per ogni scheda si possono dare cinque preferenze, no? Eh! Per i gruppi più piccoli e omogenei basta la tripletta; per quelli più complessi, be', ci vuole la cinquina.
"Uno", seguito da "quattro e cinque" sono i voti degli Enti Mutilati; "quattro, uno, cinque" sono i conventi; "cinque, quattro, uno", le cliniche convenzionate. Alle passate elezioni, con Castri, "uno, sei, nove", indicavano i voti dell'Ospedale Maggiore; "cinque" in quarta riga, il gerontocomio e "due" in quinta riga, Luigi... l'infermiere dei lungodegenti, che m'ha promesso sessantacinque voti anche stavolta, eh!
Illica: Io milito nel partito da vent'anni. Ma è la prima volta che vengo a chiedere un favore, glielo giuro.
Luciano: Al Cairo, ha detto...
Illica: Sì. Ed è in carcere, da sei mesi... E ci ha solo vent'anni...
Luciano: ...E il reato?
Illica: Droga.
Luciano: Eh... Il Ministro farà il possibile...
Illica: Ha scritto bene? Marco Tullio Illica. Lavoro presso il Centro Meccanografico della Prefettura. Sono programmatore.
Luciano: Be', interesseremo l'Ambasciata, eh?
Illica: Questa è per il signor Ministro. So che gli piace giocare a golf...
Luciano: Certo... Grazie...
No, no, no, no, ma che fa?
Illica: Grazie... Grazie...
Luciano: No... Mi lasci...
Scena 30
Mantova. Albergo. Stanza staff e strada -Interno/Esterno notte
CESARE BOTERO, IO SONO QUI.
Scena 31
Mantova. Albergo. Corridoio e stanza Luciano - Interno notte
Gola: Luciano, che fai?
Luciano: No, siccome... c'era Juliette, volevo... chiederle una cosa...
Gola: Una cosa? Che cosa?
Luciano: No, ho visto... quel tipo, col cartello... Sono due giorni che...
Gola: Senti, tu ci hai un sacco di immaginazione. Noi perciò t'abbiamo messo in paga. La tua immaginazione se l'è comprata Botero, è sua. E tu la devi usare soltanto per lui. Quindi, tu stronzate a me non ne dici, è chiaro?
Luciano: Ma guardi... Si sta sbagliando...
Gola: Ho capito. Ti piace Juliette e te la vuoi trapanare.
Gola: Anche se ti piace, con lei non va bene. Non è cosa. Se sei allupato, provaci con Adriana. Ma con Juliette, no!
Luciano: "Allupato"!
Ma dove siete stati? E' tutta la sera che vi cerco.
Juliette: Scusa. Abbiamo cenato con una rappresentanza sindacale. E poi il Ministro ha dovuto rilasciare interviste a cinque televisioni. Posso?
Luciano: Ma da dove siete passati? Non vi ho visti entrare.
Juliette: Da dietro. Botero non vuole incontrare quello là sotto.
Luciano: E anche questo voglio sapere! Chi è quello lì?
Juliette: Non lo so. Un matto.
Ero venuta per dirti che ho i permessi per vedere le stanze dei Gonzaga. Anche fuori orario.
Luciano: No, non mi interessano i Gonzaga. Chi siamo, noi, che possiamo vedere le cose che gli altri non possono vedere?
Juliette: Be', scusa...
Luciano: Pronto? Irene?
E meno male che hai chiamato, sì... Eh... Come: "Perché meno male"? Così... Eh... sì. Sì, sto bene, sì...
Senti, io ti devo parlare. Qui succedono cose pazzesche. C'è gente che offre voti al Ministro, a pacchi, a blocchi. C'è gente che chiede lavoro...
Stamattina è arrivato uno - non ho capito bene, spostava tutte le cose sul tavolo - che mi ha spiegato che un direttore generale vale tre vicedirettori...
Scena 32
Mantova. Strada - Esterno giorno
Luciano: ...E poi c'è questa Juliette... che mi entra nella stanza... si siede sul divano, neanche fosse a casa sua! Si toglie anche le scarpe!... E io la guardavo!...
Irene: Ebbè, cosa dovevi fare?
Luciano: Eh, perché tu non c'eri. Tu non hai visto come la guardavo!...
Irene: Come la guardavi?
Scena33
Mantova. Appartamento Sperati e terrazzo - Interno/Esterno giorno
Sperati: E adesso che fai? La politica?
Luciano: Gliel'ho spiegato, è per la casa.
Sperati: E' divertente?
Luciano: Eh, insomma... Mi porta via molto tempo. Ho dovuto lasciare la scuola.
Sperati: Che bravi allievi che avevi!... Come si chiamava quello che scriveva quelle bellissime lettere in latino?
Luciano: Ah, Zollo!
Zollo, un grande. Io lo chiamavo "la volontà santa" perché voleva studiare sempre, non gli bastava mai. Come una droga. Voleva sapere tutto.
Sperati: Zollo...
Luciano: Senta, io volevo che lei firmasse questa... richiesta. Si tratta di una domanda per ottenere un vitalizio dallo Stato. Io penso di poter interessare il Ministro Botero per appoggiarla.
Sperati: Chi vuoi... Chi vuoi che se ne importi adesso di me?
Luciano: Ma come? Lei è il più grande poeta italiano!
Sperati: Sto bene qua, in mezzo a loro.
Buona fortuna.
Scena 34
Mantova. Albergo, strade e auto Botero - Esterno/Interno giorno
Polline: Devi controllare queste richieste.
Botero: La solita corte dei miracoli, eh? Che noia!
Luciano! Allora?
Carissimi: Io non mi scordo chi sei! Io t'aspettavo al varco! Ti ho teso l'agguato! L'agguato, l'agguato! Di quelli che piacciono a te!
Gola: Parti. E vai! Vai!
Carissimi: Io non mi scordo di te!
Scappi via! Ma non te ne vai così!! Non te ne vai!!
Sanna: Perché ce l'ha col Ministro Botero?
Carissimi: Quello è un delinquente! Io lo conosco bene!
Sanna: Ma cosa ha fatto?
Mi dica! Mi dica!!
Botero: La vigilanza dov'era? Pure a questo devo pensare io?
Gola: La colpa è del questore. E' un incapace. Se stavo al posto tuo, già l'avevo fatto sostituire!
Botero: Ecco, proprio per questo tu non sei al posto mio! Chi ti credi di essere, eh? Pensa a fare il tuo mestiere, invece! Una cosa del genere non si deve ripetere mai più!!
Eh, bisogna amarla veramente molto l'umanità! Molto, molto. Perché gli uomini, presi uno per uno, sono proprio insopportabili!
Illica, questo programmatore alla Prefettura che ha il figlio in galera in Egitto... Quando andiamo a Roma contatta l'Ambasciata, eh? Facciamo qualcosa.
Gola: Va bene.
Scena 35
Roma. Casa Botero. Androne - Interno notte
Botero: Luciano! Vieni.
Ecco, le chiavi... dovrebbero essere... sotto il parasole. E' tua.
Luciano: Ma, guardi... Non mi sembra il caso...
Botero: Buonanotte.
Luciano: No, è troppo, veramente... E' veramente troppo.
Botero: Buonanotte! Ricordati di me.
Seconda parte